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Data: 05/05/2003 - Ora: 12:23
Categoria:
Economia
Un olio biologico di produzione siciliana ha vinto l’ottavo concorso internazionale per i migliori extravergini biologici "Premio Biol". Si tratta del "Titone dop valli trapanesi", di Marsala (Trapani) che ha superato gli altri 170 olii giunti da vari continenti, riconfermando anche quest’anno l’olio biologico italiano leader a livello mondiale.
Al secondo posto si è piazzato il «Bosco falconeria» di Partinico (Palermo) del produttore Simeti Taylor, terzo il «Marcialla» dell’omonima azienda di Barberino Val d’Elisa (Firenze). Miglior olio straniero è stato giudicato il cileno «Olave - Valle grande», classificato al quinto posto assoluto.Nelle altre tre categorie principali, premio Biolpack (miglior packaging ed etichettatura, assegnato da una specifica giuria di esperti in comunicazione e consumo) è andato al «San Giuliano» dell’azienda Domenico Manca di Alghero, che si è aggiudicata anche il Biolblended (miglior olio imbottigliato e commercializzato con marchi non del produttore); sempre tra i «blended», menzione speciale all’olio fuori concorso "Oil Bios" dell’azienda Monini (imbottigliato a Carpino).
Il nuovo premio, Biol frantoio (miglior olio frantoiano), è andato al pugliese «Terrae Maioris» della cooperativa Fortore di Torremaggiore (Foggia).
A consegnare i premi è stato Nino Paparella, presidente del CiBi, insieme a Michele Memeo, assessore all’agricoltura di Andria, e Savino Santovito, presidente dell’Aiab-Puglia; per la Camera di Commercio, ha premiato Franco Matarrese dell’Amedoo.
Assegnati anche altri riconoscimenti territoriali tra cui il premio «Biol-Puglia» che è andato al fruttato intenso «Marcinase» dell’azienda Minervini di Molfetta, che l’anno scorso vinse, ex aequo, il «Premio Biol».
«Nonostante le avversità che quest’anno hanno causato un generale calo quantitativo e qualitativo della produzione olivicola - ha dichiarato il presidente della giuria internazionale Antonio Zelinotti, capo panel italiano del Coi, il Consiglio Oleicolo Internazionale, massimo organismo mondiale del settore - dai panel test del Biol è emerso un livello medio più che valido, anche grazie allo screening della preselezioni. I migliori olii, come ormai da tradizione, sono risultati quelli siciliani, sardi e pugliesi. Si conferma poi il divario tra italiani e stranieri: a parte la rivelazione cilena, e un discreto livello di greci, spagnoli e portoghesi, l’extravergine estero non riesce a stare al passo».
La manifestazione è stata organizzata dalla Camera di Commercio di Bari, con la direzione tecnica e coordinamento del CiBi (in Puglia si occupa di biocertificazione per conto di Icea) ed ha incluso anche workshop tecnici e un forum internazionale su produzioni, consumi e mercati in vari Paesi, curato dall’Osservatorio per l’Olivicoltura Biologica.
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