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Vivrebbe a Trepuzzi il presunto "pedopornografo"

Data: 07/01/2003 - Ora: 08:45
Categoria: Cronaca

Vivrebbe nel circondario di Trepuzzi (in provincia di Lecce) l’uomo accusato d’aver scambiato, attraverso il web, immagini di bambini brutalizzati. M.L., queste le sue iniziali, è stato posto agli arresti domiciliari assieme ad altre sei persone di varie zone d’Italia (tra cui un sacerdote cattolico che operava in Lombardia), nell’ambito dell’operazione "Carpe Diem" condotta dal Compartimento di Bari della Polizia Postale e delle Comunicazioni. Gli arresti sono stati eseguiti lo scorso 30 dicembre (il 31 per M.L.), su ordine del giudice per le indagini preliminari di Bari Maria Mitola, su richiesta del procuratore della Repubblica Desirè Digeronimo.

Intanto, trapelerebbero alcuni particolari sulla personalità del pugliese. Pare, infatti, che non sia questo il caso di un estimatore «occasionale» delle immagini che ritraggono l’infanzia violata. Nel corso delle lunghe indagini («Carpe Diem» è stata avviata nel 2001) sarebbe stato sequestrato ad M.L. una sorta di archivio zeppo di immagini, molte delle quali sarebbero raccapriccianti, messo a disposizione degli utenti del web. L’archivio sarebbe stato diviso in foto e video pedopornografici e non. Tra i primi, poi, pare si potesse scegliere tra diverse tipologie di depravazioni: soggetti con più o meno di 14 anni, immagini di incesto, e così via. Dovrebbe trattarsi di quello che gli informatici definiscono «F-server», un sistema che permette di catalogare i file e di renderli fruibili soltanto ad una platea qualificata di persone. L’«F-server» può essere racchiuso in una memoria secondaria del Pc o in compact disk e l’accesso a quanto vi è contenuto è condizionato. Nel caso degli «F-server» già sequestrati in passato dalla Polizia informatica a presunti pedopornografi, si veniva a creare una specie di orrido baratto tra il titolare dell’archivio e gli utenti. Per poter scaricare sul proprio computer le immagini contenute nell’«F-server», l’utente doveva consegnarne di sue. Un vorticoso giro che si configura come «diffusione di materiale pedopornografico» e che la legge punisce all'articolo 600 del Codice Penale. (gdm)

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