È guerra al fumo in tutti i luoghi pubblici pugliesi. A pagare di più, ieri, è stato il responsabile di un ufficio postale di Lecce: i Nas gli hanno contestato una multa di 400 euro (775 mila lire), perché nell'ufficio non era affisso il cartello "Vietato fumare". È andata meglio a due incauti clienti di un'agenzia ippica del capoluogo salentino: sono stati sorpresi mentre fumavano una sigaretta. L'infrazione è costata 50 euro (97 mila lire) ciascuno. Al setaccio, ieri a Lecce, anche sale da corsa e cinema. Ma, nonostante le multe più salate, il popolo dei fumatori non si lascia intimorire dai controlli. A Bari, dall'Università al Policlinico, dalla Regione Puglia al Comune, le "nuvole di fumo" non sono sparite.
All'Università compagna inseparabile di molti studenti, prima di un esame o in attesa dell'inizio delle lezioni, e di molti adulti sia tra i docenti che tra il personale amministrativo, la sigaretta è una costante presenza all'interno di ogni facoltà. Corridoi, bagni, persino aule e ascensori: sono sempre più rari i luoghi dove c'è un effettivo divieto di fumare. Ieri, nonostante la notizia di blitz e controlli fosse sulla bocca di tutti, la situazione era la stessa di ogni giorno. Ma c'è anche chi questo vizio non ce l'ha, e denuncia situazioni al limite della tollerabilità, non risparmiando né i giovani colleghi, né i docenti. «Spesso vedo ragazzi uscire dalle ascensori ancora con la sigaretta accesa - dice Francesca, iscritta al quarto anno a Scienze Politiche - così come ci sono tanti professori che non rinunciano a fumare né durante le lezioni, né durante le sedute d'esame mentre interrogano». Anche al Politecnico sono tanti i fumatori inguaribili, ma grazie agli spazi più grandi e ai tanti angoli all'aperto, il problema ha un impatto meno incisivo che altrove.
Al riparo da contravvenzioni e verbali, medici e infermieri del Policlinico di Bari. Nessuno fuma. Il divieto, stampato a caratteri cubitali in tutti gli uffici, nei corridoi e negli atri delle cliniche, è rispettato da tutti i dipendenti, meno dai pazienti e dai loro parenti, sempre in agguato nei corridoi o lungo le scale dei reparti. Negli uffici, anche quelli privati di dottori ed infermieri, nessuno fuma e i posacenere sono del tutto scomparsi dalle scrivanie.
Ma se medici e paramedici sono diventati disciplinati al punto di prendersi una pausa e uscire dalla clinica per dare una boccata a sigari e sigarette, non altrettanto rispettosi delle regole sono i pazienti. Quelli che non sono costretti a letto, soprattutto durante le ore di visita, sfuggono quando possono ai rigidi controlli degli infermieri e raggiungono il vano delle scale per tirare una boccata, magari la sola della giornata.
Alla Regione Puglia, in via Capruzzi, dove gli uffici somigliano a "ripostigli", imboscarsi per "respirare" una sigaretta "in santa pace" è fin troppo facile. Il divieto, però, è rigoroso durante le sedute dell'assemblea: colpa della moquette che arreda l'aula "Tarricone" e che sconsiglia, per motivi di sicurezza, anche la più innocente delle infrazioni. I "commessi" sono dei segugi incorruttibili anche con i consiglieri che si defilano e si nascondono nella zona off limits. Ma negli altri uffici, la sigaretta è sostanzialmente "libera", tanto che nessuno ha mai provveduto a rimuovere i grossi posacenere applicati lungo i corridoi. Balconi e finestre non mancano: sono i migliori alleati per "sfuggire" a multe e controlli.