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Vendola scrive a Prodi e a Parisi per questione Arsenale Taranto

Data: 14/04/2008 - Ora: 08:48
Categoria: Politica

Al suo interno sono impiegati circa 2500 tra lavoratrici e lavoratori diretti, dipendenti pubblici, e lavoratori terzi, dipendenti della aziende di appalto; è sede del più grande bacino in muratura del Paese e di decine di reparti di lavorazione

Il Presidente della Regione, Nichi Vendola, ha inviato venerdì scorso una lettera al Presidente del Consiglio Romano Prodi e al Ministro della Difesa Arturo Parisi sulla questione dell'Arsenale di Taranto, sequestrato dalla Magistratura in parti fondamentali per la produzione. In seguito ad una riunione presso la Prefettura di Taranto durante la quale sono stati chiesti interventi a tutti i livelli per scongiurare il prolungarsi del blocco della produzione e Vendola ha così inteso sollecitare il Governo a prendere decisioni utili alla ripresa del lavoro. Vendola ha poi deciso di chiedere un appuntamento al Procuratore della Repubblica di Taranto perché, nel rispetto dell'autonomia e delle funzioni della Magistratura, possano essere sollecitati tempi il più possibile celeri nello svolgimento dell'inchiesta. Il Presidente Vendola ha ricordato così nella sua lettera che "l'Arsenale di Taranto è il più grande stabilimento di manutenzione di navi e sommergibili della Marina Militare Italiana, di rilevante importanza per il sistema della Difesa e, quindi, per la Sicurezza Nazionale.
Al suo interno sono impiegati circa 2500 tra lavoratrici e lavoratori diretti, dipendenti pubblici, e lavoratori terzi, dipendenti della aziende di appalto; è sede del più grande bacino in muratura del Paese e di decine di reparti di lavorazione. Tuttavia, da almeno un decennio, versa in condizioni di difficoltà notevoli che vanno dall'obsolescenza delle apparecchiature, al degrado delle infrastrutture, alla mancata riqualificazione del personale, alla carenza di quadri intermedi, condizioni che hanno determinato una situazione di crisi preoccupante che rischia di portarlo al collasso definitivo". Vendola ha sottolineato che "l'intero Paese per il ruolo strategico che questo stabilimento riveste nel sistema Difesa, oltre che la città di Taranto e il territorio jonico, non può permettere che ciò avvenga". Il presidente ha confermato che "in questi ultimi giorni la situazione è ulteriormente precipitata a seguito dell'ennesimo intervento dell'Ispettorato del Lavoro sul bacino Brin, cuore della funzione di manutenzione. I lavoratori, le lavoratrici e le loro organizzazioni sindacali sono immediatamente scesi in piazza in difesa del loro posto di lavoro e hanno chiesto l'intervento di tutte le Istituzioni del territorio per scongiurare l'ipotesi, che era circolata, di sospensione delle attività lavorative e ricercare soluzioni in grado di rispondere all'emergenza e di riaprire una prospettiva di reale rilancio dello stabilimento.
Durante l'incontro presso la Prefettura di Taranto, chiesto dalle organizzazioni sindacali, al quale hanno partecipato Istituzioni locali, la Regione, i rappresentanti della Marina Militare, sono stati scongiurati i provvedimenti di sospensione ma resta l'urgenza di intervenire con la massima celerità e con strumenti adeguati. Pressante la richiesta di Vendola: "E' assolutamente necessario che il Governo nazionale assuma una iniziativa che, partendo dal riconoscimento dell'emergenza nella quale è venuto a trovarsi l'Arsenale e delle ricadute sul mantenimento in efficienza della flotta italiana che questa comporta, affronti la situazione con strumenti eccezionali". "Vanno accelerati – scrive inoltre Vendola -i tempi burocratici per l'utilizzo dei fondi ordinari e straordinari a disposizione dell'Arsenale di Taranto, vanno risolte tutte le lungaggini che impediscono gli interventi necessari a rispondere alle numerose prescrizioni, in materia antinfortunistica e di sicurezza del lavoro emanate dalla Magistratura, va assunta una concreta responsabilità da parte dei vertici politici e militari della Difesa al fine di mettere, in questo scorcio di Legislatura, questa emergenza al primo posto tra le priorità del Ministero perché sono in gioco migliaia di posti di lavoro e la dismissione di un fondamentale ruolo pubblico" "La Regione – conclude Vendola - pur non avendo competenze dirette sulla questione, seguirà passo dopo passo la situazione pronta a fare la sua parte per arrivare ad una soluzione positiva della vertenza in atto, per dare una risposta alla pressante e accorata richiesta degli eredi di una storica classe operaia, quella nata e cresciuta al di là del muraglione della Marina Militare, nel cuore della città di Taranto, di continuare a svolgere il proprio ruolo al servizio dell'interesse nazionale senza perdere neppure un posto di lavoro. Questa città, questa regione non possono permettere una qualsiasi altra ipotesi".

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