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Data: 13/12/2002 - Ora: 08:34
Categoria:
Cronaca
«Recentemente le istituzioni - ha proseguito Busà - hanno abbandonato le attività di sensibilizzazione contro i fenomeni dell’ usura e delle estorsioni, tanto che quest’ anno non c’ è stata la consueta campagna di informazione, nonostante fossero disponibili i fondi per attuarla. E poi, per quanto riguarda il fenomeno dell’ usura, ci siamo convinti che le vittime non denunciano per una serie di fattori, tra cui anche la lentezza dei processi e le scarse condanne per gli usurai».
Secondo un’ indagine realizzata da Sos Impresa, infatti, il 40 per cento dei processi nei confronti di usurai si conclude con la prescrizione del reato; un altro 30 per cento degli imputati patteggia la pena; solamente in una minima percentuale viene emessa una sentenza di condanna nei confronti degli imputati per usura. «La denuncia dovrebbe servire per recidere - ha detto ancora il presidente dell’ associazione antiracket - il collegamento tra la vittima e gli usurai o gli estorsori.
Purtroppo non è così perchè in Italia noi riteniamo che ci siano almeno 25.000 usurai, già conosciuti dalle forze dell’ ordine, che sono liberi e che proseguono indisturbati la loro attività».
Le zone d’ Italia dove "Sos Impresa" ha raccolto le maggiori segnalazioni di estorsioni sono quelle della Sicilia orientale e una parte della Puglia meridionale, mentre ci sarebbe scarsa propensione alla denuncia nella Sicilia Occidentale e nella Campania.
"Il fenomeno dell’ estorsione è ormai cambiato - ha concluso Busà - tanto che ora non riguarda esclusivamente i commercianti o gli imprenditori in genere. Ora la criminalità organizzata, che sfrutta l’ estorsione per incassare denaro, ha rivolto la sua attenzione al settore dei rifiuti, alla guardiania e all’ imposizione delle forniture in tutti i settori. E poi c’ è il famoso cavallo di ritorno, che sostanzialmente si concretizza nelle automobili e mezzi agricoli rubati per poi chiedere di pagare denaro per riavere il bene sottratto".
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