Nei giorni in cui Fidel Castro festeggia i 40 anni dalla rivoluzione, buone notizie per Cuba potrebbero arrivare proprio dal nemico storico, gli Usa. L'amministrazione americana, intende permettere per il futuro maggiori aperture nei confronti di Cuba, consentendo agli americani in genere di moltiplicare i loro contatti con L'Avana. Lo ha rivelato in via riservata una fonte governativa a Washington, secondo cui il presidente Bill Clinton dovrebbe fare un annuncio ufficiale in tal senso già oggi. (MN)

La fonte ha precisato che non si tratta di migliorare i rapporti con le autorità castriste, bensì di appoggiare la popolazione dell'isola. In particolare, l'embargo in vigore da 37 anni resterà. Sarà però avviato un servizio postale diretto tra i due Paesi, ampliate le linee aeree charter per Cuba, autorizzata la vendita di generi alimentari a enti non legati al governo di Fidel Castro e accresciuto il numero dei cittadini americani che potranno inviare denaro ai cubani bisognosi. La proposta, pur avversata dagli ambienti più conservatori, è stata caldeggiata da ben tre ex segretari di Stato, tutti repubblicani, e da oltre una ventina di senatori, tra cui più di metà dei componenti di fede politica analoga della commissione Esteri alla camera alta. Un primo saggio dell'idea che Clinton ha in mente lo si avrà forse già in settimana: una delegazione degli Orioles, squadra di baseball di Baltimora, si recherà all'Avana per intavolare negoziati su un eventuale match-esibizione in marzo contro una formazione locale, che sarebbe poi invitata per la rivincita negli Usa. Gli introiti sarebbero quindi devoluti a favore di qualche organismo umanitario: possibilmente, ha proseguito la fonte, ai Servizi Cattolici di Soccorso, che hanno sede proprio a Baltimora e che sull'isola caraibica sono in attività da parecchi anni. Rimarrà invece il divieto per i cittadini statunitensi di recarsi in vacanza a Cuba. Saranno adottate misure per evitare che le concessioni a favore dei singoli cubani finiscano con il portare vantaggi al governo di Castro. Il segretario di Stato, Madeleine Albright, ha contattato i parlamentari più interessati alla questione dell'Avana per informarli di quando va preparando la Casa Bianca.
Per il momento non si registrano reazioni ufficiali da parte del Congreso. Solo Lincoln Diaz-Balart, senatore repubblicano eletto in Florida ma nativo dell'isola, a titolo individuale si è detto contrario a qualsiasi vendita o finanziamento a favore dell'agricoltura nel Paese d'origine. "Se si procedesse per ordine esecutivo", ha ammonito, "sarebbe violata la legge. Invito a ripensarci su prima di andare avanti con tale faccenda". Oltre al cibo, si pensa di autorizzare le forniture di fertilizzanti, pesticidi e macchinari agricoli a favore dei coltivatori che non siani alle dirette dipendenze dello Stato cubano. Finora tutto questo era proibito ma, con un sistema di controlli volti ad accertare che nulla andrà alle autorità, il rigore sarebbe attenuato nei confronti di altri soggetti, a cominciare dalla Chiesa cattolica. Quanto al denaro, era consentito inviarne sull'isola solo ai cittadini americani che vi abbiano parenti; ora sarà lecito per chiunque, anche se resterà fermo il tetto massimo di 1.200 dollari l'anno.