Un altro militare malato, presunta vittima della cosiddetta Sindrome dei Balcani. Lo denuncia Falco Accame, presidente dell’Anavafaf, un’associazione che tutela i familiari delle vittime arruolate nelle Forze armate, che chiede di sapere perchè il militare in questione sia stato sottoposto a visita solo quattro anni dopo il rientro dalla missione. Il malato è un ufficiale di 35 anni, residente nella provincia di Lecce, che ha prestato servizio in Bosnia dal febbraio al luglio ’96, "nella zona di Sarajevo - afferma Accame - pesantemente colpita da bombardamenti con armi all’uranio impoverito". "Il primo controllo sulle condizioni di salute del militare previsto dalle normative in vigore - sottolinea il presidente dell’Anavafaf - doveva avvenire al rientro della missione, invece è stato effettuato dopo circa 4 anni. L’ufficiale venne considerato affetto da ipertransaminasemia e, dopo un breve periodo di convalescenza, fu giudicato completamente guarito. Successivamente, invece, gli sono state riscontrate varie gravi infermità, tra cui un’epatite cronica da virus B mutante», che secondo lo stesso militare sono da attribuire al servizio svolto in Bosnia.