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Università di Brindisi, parla l'assessore alla Programmazione Caforio

Data: 22/08/2002 - Ora: 10:58
Categoria: Cronaca

Pubblichiamo l'intervento dell'assessore alla Programmazione Enzo Caforio del Comune di Brindisi: Le estemporanee iniziative sul problema dell’Università stanno ottenendo il risultato di creare confusione e di far perdere credibilità ad un problema serio e complesso come quello dell’avvio dell’università a Brindisi, con prospettive di creare una struttura formativa autonoma negli anni. Nei giorni scorsi abbiamo appreso di iniziative del presidente della Provincia nei confronti delle Università di Lecce e di Bari per discutere l’avvio di nuove facoltà. Il tutto, senza sentire il dovere di consultare i partners individuati nell’accordo di programma a suo tempo sottoscritto (Comune, Camera di Commercio e Autorità Portuale).

Ieri abbiamo letto sulla stampa una lamentela nei confronti del Comune per non aver attivato corposi finanziamenti (cinque miliardi di lire) traendone la conseguenza della opportunità di muoversi da solo e di risolvere da solo il problema della logistica universitaria. A parte la considerazione che il ritardo nell’attivazione dei fondi previsti dalla misura 5.1 dei Por è dovuto al fatto che la Regione, ancora oggi, così come avvenuto per altre misure dei Por, non ha esaurito la procedura istruttoria, c’è da considerare che anche gli interventi di urgenza (per garantire il regolare inizio delle lezioni) sono oggetto di verifica rispetto alla disponibilità della sede dell’ex ospedale Di Summa da parte della Regione. E’ del tutto evidente che un ente pubblico non può spendere miliardi su una sede se non è in possesso di qualunque titolo legale secondo il quale poter utilizzare la stessa sede per un tempo accettabile. Il presidente della Provincia dice che è disposto a fare tutto da solo. Di questo ne prendiamo atto e nei prossimi giorni attiveremo un confronto con gli altri partners, soprattutto con i rettori delle Università di Bari e di Lecce per verificare se gli stessi condividono questa scelta della Provincia. Se così dovesse essere, il Comune considererebbe in discussione di tutti gli accordi in materia di università e saprebbe bene come investire gli oltre cinque miliardi di lire a sua disposizione per far fare dei passi avanti al processo di riqualificazione della città, a cominciare dal completamento del restauro del Castello Alfonsino che rischia di rimanere per un lungo periodo interrotto a causa della perdita dei fondi provocata dalla stessa Provincia. Il Comune di Brindisi ritiene che su materie delicate come quelle dell’università sia sempre negativo sovrapporre interessi meschini della politica e che bisognerebbe fare uno sforzo perché l’unione delle forze di un territorio produca quella evoluzione sul piano della formazione e della creazione di qualificate risorse immateriali tanto utili ad un moderno processo di sviluppo.

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