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Una lettera "segreta" inchioda Antonino sul rigassificatore

Data: 14/02/2007 - Ora: 10:29
Categoria: Cronaca

La lettera risale la 1999 tra la British Gas Italia e l'allora sindaco della città di Brindisi

C'è una lettera d'intenti che doveva restare segreta, datata 25 ottobre 1999, alla base dello scandalo della tangentopoli brindisina che ieri ha portato all'arresto dell'ex sindaco Giovanni Antonino, di tre top manager della British Gas Italia e dell'imprenditore Luca Scagliarini, definito dagli inquirenti la "mente finanziaria" di Antonino per il suo ruolo di collettore di tangenti.
La lettera, sottoscritta dalla Bg Italia e da Antonino, – scrive il gip Simona Panzera nelle 159 pagine del provvedimento di arresto – "stranamente" non è stata trovata dalla polizia giudiziaria negli uffici del Comune di Brindisi, ma in quelli della Bg Italia di Milano.
La peculiarità del documento – continua il giudice – sta nel fatto che, già nel '99, Antonino impegnava il Comune di Brindisi, "senza alcuna investitura del Consiglio comunale o anche solo della giunta", a dare il via libera alla realizzazione del rigassificatore. Nella lettera d'intenti, più volte definita "segreta e con protocollo segreto", Antonino affermava che "il Comune di Brindisi conferma che non vi sono ostacoli di natura legale... o amministrativa tali da impedire a Bg di svolgere il ruolo di proprietario e gestore dell'impianto con fornitura del gas all'area brindisina, o da causarle potenziale nocumento di qualsiasi tipo".

Tuttavia, della lettera d'intenti si venne a conoscenza non solo a Brindisi ma anche a Palazzo Chigi. "L'irregolarità dei rapporti instauratisi tra Antonino e Bg – sottolinea il gip – è di tale evidenza da venire segnalata in una nota riservata inviata dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta al direttore generale per il commercio e investimenti in Italia del consolato generale britannico con sede a Milano".
E' mancata, infatti, – prosegue Letta – ogni forma di concertazione e partecipazione consapevole tra le amministrazioni interessate ed il soggetto proponente: tanto emerge chiaramente dalla soluzione prescelta che è quella di richiedere la concessione demaniale delle aree prima ancora di aver scontato una preliminare Valutazione di impatto ambientale", che non fu mai chiesta.


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