Le trecentottanta feste paesane che si svolgono in Umbria ogni estate, con la distribuzione di pasti e bevande locali, saranno regolamentate e quelle più tipiche e culturali, utili a far conoscere prodotti e tradizioni tipici, verranno distinte da quelle che hanno una prevalente finalità politica, religiosa, sportiva o di volontariato. E' uno degli scopi perseguiti dal disegno di legge preparato dalla giunta regionale allo scopo di ordinare un settore che, secondo le pro loco dell'Umbria, è in netto calo. (FM)
La commissione consiliare, presieduta da Danilo Monelli, ha ascoltato nel palazzo Cesaroni per la seconda volta i suggerimenti e le osservazioni delle categorie interessate ai contenuti del disegno di legge sulle sagre. Dall'incontro è emerso che ormai tutti i soggetti interessati (Regioni, Comuni, pro loco, ristoratori e commercianti) concordano sulla necessità di regolare l'intera materia. All'audizione erano presenti anche il consigliere Giulio Paganelli e l'assessore Gianpiero Bocci, che ha definito la legge "un tentativo, ancora timido, di regolamentare una materia chiedendo a tutti piccole rinunce e qualche sacrificio".

Il progetto della giunta prevede di affidare ai Comuni il compito di classificare la tipologia delle sagre e di autorizzare la somministrazione al pubblico di alimenti e bevande, a condizione che la superficie riservata a questa funzione sia limitata ad un quarto dell'area complessiva utilizzata per le attività di svago, intrattenimento e promozione, proprie di ogni sagra. Ogni Comune dovrà poi fissare il numero delle sagre da autorizzare, evitando concomitanze sul territorio comunale.