Il ministro dell'Economia e delle Finanze dell'esecutivo Berlusconi, che ieri è intervenuto al convegno organizzato dall'Università di Bari sui "centogiorni" del governo, sembra un meridionalista convinto. Se nella sua relazione, anticipazione del rapporto che presenterà alla riunione dell'Ecofin - l'organismo che riunisce i ministri economici di Eurolandia - non c'è quasi traccia della parola "Mezzogiorno", poco dopo il Sud e la Puglia tornano in ogni frase spesa dal responsabile dell'economia nel suo soggiorno barese. Fino al recupero quasi integrale della ViscoSud, la legge per l'incentivazione delle imprese attraverso il credito d'imposta, che si credeva finita in soffitta proprio con l'avvento della Tremontibis.
«La nostra ipotesi è di aggiungere alla Tremonti bis una ViscoSud finanziata anche dall'Europa», anticipa il ministro. E il credito d'imposta non morirà: «Fino a che è stato previsto da questo o dall'altro governo, no. Evidentemente la Tremonti non è eterna, l'idea di finanziare la Visco con i fondi europei ci sembra buona. Credo che alla fine ci daranno ragione anche in Europa».
Guai, dunque, a dire che questo governo non si è distinto per il suo impegno meridionalista, come contesta il centrosinistra: «Questo governo ha impostato importanti interventi in materia di infrastrutture, proprio per unificare il Sud al resto del Paese. Ha confermato gli incentivi per le imprese meridionali attraverso la decontribuzione per i nuovi assunti. E soprattutto, ha realizzato la leggeobiettivo». E qui Tremonti si sofferma un po' di più: con il nuovo provvedimento, spiega, potranno essere risolti alcuni problemi strutturali legati alle infrastrutture nel Mezzogiorno. «I progetti - ha precisato Tremonti - sono tutti finanziabili con fondi pubblici, con fondi europei, con fondi privati: se c'è una cosa che non manca sono i soldi, se c'era una cosa che bloccava era la vecchia burocrazia, la vecchia legislazione. La legge obiettivo le passa tutte come un ponte su una palude, anche per la Puglia ci sono opere, lavori, collegamenti importanti».
Ma la vera spina nel fianco sono i sindacati: quelli pugliesi stanno ancora festeggiando il successo dello sciopero di lunedì. Il ministro dice di non temere "inverni caldi": «Per un fenomeno forte servirebbero forze sociali e un contesto molto differenti. Non certo l'aumento delle pensioni, una riforma previdenziale fatta con gli incentivi e una gestione attraverso il dialogo della sanità».