Se ne è parlato oggi alle ore 11,00 in un conferenza stampa che si è tenuta presso gli uffici del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Lecce. Ordine del giorno della conferenza è stata l’attività del Corpo, nel settore di servizio in materia di tutela di patrimonio artistico e contrasto al traffico illecito di materiale archeologico a danno del nostro territorio. L’intensa attività investigativa, condotta per alcuni mesi, dai militari del Nucleo Provinciale di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Lecce, si è conclusa con il sequestro di oltre 250 reperti di interesse archeologico nonché con la segnalazione di un responsabile. La persona in questione è residente a Porto Cesareo e nella sua abitazione si sono ritrovati numerosi reperti risalenti all’età "classica", di epoca "romana", "medievale" e "post-medievale". Detti reperti erano stati illecitamente acquisiti dall’abitante di Porto Cesareo , nel corso di innumerevoli immersioni sub-acque. La zona in cui i reperti sono stati ritrovati è antistante la costa Jonica, tra Sant’Isidoro e Porto Cesareo di Lecce. Il materiale recuperato è stato preso in esame dai Funzionari della Sovrintendenza Archeologica della Puglia e da studiosi di archeologia medievale presso il Dipartimento dei Beni Culturali dell’Università di Lecce, i quali hanno accertato che si trattava di materiale ricadente nella legge di tutela n^ 490/1999. Oggi il traffico illecito di materiale archeologico è tutelato dall’art.2 della suddetta normativa che punisce con la detenzione a 3 anni ed eventuali misure repressive chiunque si impossessi e acquisisca die reperti archeologici provenienti dai fondali marini , perché considerati patrimonio dello Stato. (I.M.)