"E' una missione complicatissima perchè il nostro paese accusa un ritardo rispetto agli altri europei: gli atteggiamenti culturali ed economici sono ancora legati al forte radicamento dei monopoli nei settori strategici''. Così Enzo Cheli, presidente della authority per le tlc, in una intervista a ''Repubblica'' nella quale afferma che ''la liberalizzazione ha imposto a Telecom un cambio improvviso di mentalità che non è facilmente assimilabile''. E su Telecom, Cheli sottolinea che le scelte di breve e medio periodo attengono all'azienda. ''Su queste, penso al dect o al cablaggio, ne' l'authority nè il tesoro possono mettere naso''. ''Una riflessione invece si impone invece sulle strategie di lungo periodo''. Sempre su Telecom il presidente dell'authority afferma che non userebbe la golden share. ''Come si è fatto per l'euro, bisogna allinearci al più presto a quanto si va affermando in Europa'' che scoraggia specificità come la golden share. Da Telecom al conflitto di interessi, Cheli rileva come ''il Parlamento stia seguendo una linea convincente con l'opzione tra vendita totale, blind trust e affidamento fiduciario. Da respingere invece l'ipotesi di prevedere un organo misto tra authority, antitrust e Consob quale sede di verifica della disciplina del conflitto di interessi''. (MN)