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Taranto, incontro dei Praticanti Avvocato sugli abusi della professione

Data: 07/06/2002 - Ora: 10:05
Categoria: Cronaca

Riceviamo e pubblichiamo una e-mail di un avvocato dell?avetrana. "Omertà mafiosa su irregolarità e abusi a danno dei praticanti avvocato". Taranto, 8 giugno 2002, ore 11.00, presso la sala di rappresentanza della Provincia di Taranto, incontro – dibattito dei Praticanti Avvocato sul tema: "Esame di avvocato, ostacolo insuperabile, e temi attinenti"; di cui si allega l’intervento principale.

Sono Antonio Giangrande, Praticante Avvocato con patrocinio. Sono rappresentante per Avetrana dell’osservatorio della legalità e coordinatore dell’Italia dei Valori per la provincia orientale di Taranto ed in tale duplice veste professionale e politica esercito il mio diritto di critica ed il mio dovere politico di tutela della legalità.

I Praticanti Avvocato della corte d’appello di Lecce, che nel 2001 sono stati 1300, si riuniscono in un incontro dibattito per dare delle risposte chiare a domande importanti, che coinvolgono migliaia di Praticanti Avvocato di tutt’Italia, denunciando fatti acclamati, conosciuti e sottaciuti da tutti. Fatti che le vittime subiscono in assoluta omertà e intimidazione, data l’assurda impunità vigente.
D: chi sono i Praticanti Avvocato? R: sono Dottori, laureati in giurisprudenza, dopo anni di studio e di sacrifici. Sono di estrazione sociale composita. Il diventare Avvocato dà modo ai praticanti capaci di lavorare. D: quali difficoltà incontra il praticante avvocato durante la pratica? R: Un problema è trovare lo Studio Legale per la pratica, salvo che non si abbiano parenti avvocati. Inoltre, non si fa pratica in campo amministrativo e tributario.
Un altro problema è la mancanza di retribuzione, nonostante si lavori per gli Avvocati, assistendoli e sostituendoli in udienza, da cui consegue l’evasione fiscale e contributiva. Il Praticante avvocato, agli occhi della legge, art.49 L.917/86, è un percettore di reddito. Il Praticante Avvocato senza patrocinio è considerato lavoratore autonomo con rapporti di collaborazione coordinata e continuativa, in quanto dovrebbe percepire l’onorario dallo Studio Legale dove fa pratica, ovvero, finita la pratica, dove collabora. Il Praticante Avvocato con Patrocinio è considerato lavoratore autonomo con Studio Legale proprio. Ciò comporta, per il Praticante Avvocato senza patrocinio, tutta una serie di oneri tributari, che non vengono adempiuti per mancanza di retribuzione. Per la previdenza, non potendo essere iscritti nella cassa di previdenza forense perché non sono Avvocati, i Praticanti Avvocato sono obbligati, ai sensi dell’art.2, comma 26, della legge 335/95, ad iscriversi presso la gestione speciale dell’INPS, come lavoratori autonomi senza cassa propria, ovvero come collaboratori coordinati e continuativi. Tutto questo non avviene. Il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati, conoscendo il problema, tace. Per cui i Praticanti Avvocato e gli Avvocati che li ospitano, dal punto di vista tributario e contributivo, sono fuori legge, perché i Praticanti Avvocato sono lavoratori a nero, non pagati, e con un periodo scoperto di contributi previdenziali, senza possibilità di riscatto figurativo. D: Sono regolari gli esami di avvocato? R: Dalla "Previdenza Forense" risulta che nel 1994 la percentuale di idonei in Italia andava dal 15,05 % di Cagliari al 94,31 % di Reggio Calabria.
Dal "Quotidiano di Lecce" del 29/04/00, del 04/04/01, del 17/04/02, per la Corte D’Appello di Lecce la percentuale degli idonei è: 1998, 59%; 1999, 25%; 2000, 49%, 515 su 1200; 2001, 37 %, 398 su 1087; 2002, 39 %, 509 su 1300. Sullo stesso quotidiano del 29/04/00, il presidente della commissione d’esame 1999-2000, Avv. Gaetano De Mauro, ebbe a dire: "Questa massa di Avvocati è incompatibile con la realtà socio-economica del Salento e provoca una concorrenza esasperata". Mentre l’Avv. Pasquale Corleto ha detto sullo stesso Quotidiano: "non basta studiare, bisogna avere la fortuna di entrare in determinati circuiti, che per molti non sono accessibili".
Dal "Quotidiano di Lecce" del 04/04/01 risulta che Martina Franca, città di un Commissario, con 45.230 abitanti ha avuto 30 idonei, il resto della provincia, con 310.344 abitanti ha avuto 37 idonei. Martina Franca ha gli stessi idonei, ma con un numero sette volte meno di abitanti. Da un raffronto fatto sull’omonimia, la maggior parte degli idonei di Martina Franca è riconducibile a Studi Legali affermati.
Molte Procure della Repubblica di varie città hanno aperto delle inchieste per le irregolarità degli esami di Avvocato: Palermo, Catanzaro, Bari, Potenza, Taranto, ecc.
Tutti i Tar d’Italia dichiarano che i compiti non si correggono. Tra gli altri, il Tar della Lombardia nel 2000 verifica, con esperimento giudiziale, il tempo occorrente per correggere i compiti. Le Commissioni d’esame correggono i compiti in 2 minuti e mezzo. Per il Tar ci vogliono almeno 6 minuti e mezzo per leggere l’elaborato. Così come il Tar di Lecce, ordinanza n. 1314/00, che dichiara. "i compiti non sono corretti, perché mancanti di correzioni o glosse, e i giudizi dati sono illegittimi perché mancanti di motivazioni ai sensi della 241/90". Durante gli esami, in violazione dell’art.13, DPR 874/94, i commissari danno suggerimenti collettivi specifici, indicando quali norme applicare alla fattispecie oggetto del compito, rendendo così uniformi gli elaborati, favorendo di fatto gli incapaci. Come dire: il maestro ti dà il tema da svolgere e poi detta il contenuto e alla fine dà i voti a casaccio.
I commissari sono, tra gli altri, consiglieri dell’ordine forense, che, imperituri come i politici, sono sempre gli stessi a detenere il potere.
Da quanto detto è logico desumere che, con metodi illegali conosciuti da tutti, si promuovono pochi favoriti o fortunati, che, come il vino, sono buoni ad annate, buoni in base alla zona, buoni secondo la paternità. Dichiarati idonei in base a compiti uniformi e non corretti. Giudicati secondo l’interesse privato degli esaminatori attenti a limitare la concorrenza e a creare clientele per detenere il potere. Tale comportamento danneggia ingiustamente economicamente e moralmente i tanti che, guarda caso, sono i più deboli.
D: chi ci tutela? R: Gli Avvocati si pavoneggiano del loro Status immeritato e avvertono: meglio lasciar perdere, non si può combattere contro Giudici e Avvocati, quali commissari d’esame, e per l’evasione fiscale e contributiva, chi si metterebbe contro un sistema di potere siffatto.
Il Consiglio dell’Ordine, interpellato, non risponde nemmeno, chiede solo di pagare i bollettini annuali d’iscrizione all’Albo e intima ai Praticanti Avvocato di usare solo l’appellativo di Dottore; L’Associazione Nazionale dei Praticanti e degli Avvocati si limita solo a solidarizzare; Il TAR riconosce che gli esami sono irregolari, ma ricorrere al Tar costa ed è inutile, perché fissano le udienze un mese prima del nuovo esame; Le Procure della Repubblica ci dicono avete ragione, ma le prove non sono tanto forti da sostenere l’accusa. Alle denuncie non conseguono procedimenti per calunnia.
Il Presidente della Corte D’Appello, interpellato, tace.


Il Presidente del Tribunale ci nega l’aula usuale per l’incontro-dibattito perché non siamo autorizzati dal Presidente dell’Ordine degli Avvocati.
I mass media informati con nota stampa sottacciono le notizie, perché il fenomeno è talmente notorio e diffuso che non è una notizia. E poi è molto pericoloso trattare tale argomento.
Il Ministero della Giustizia, nonostante l’art.36 RDL 1578/33 gli dia potere d’intervento, con risposta, Protocollo n. 7/1749/U, si dichiara incompetente; I politici, informati, non intervengono per non intaccare una delle fonti del potere; Il Presidente della Repubblica, informato, tace.
I Praticanti Avvocato hanno paura di difendersi per timore di ritorsione o in attesa di una raccomandazione.
In poche parole non ci sono tutele. Ad un’ingiustizia sociale che colpisce i più deboli si contrappone un muro di omertà e di sopraffazione. O ti adegui, o sei fuori. Altro che Stato di Diritto, qui la Legge si applica per alcuni e si interpreta, ossia si ignora, per altri.
E meno male che gli avvocati sono il baluardo della legalità.
D: Cosa io ho fatto? R: Ho presentato denuncia penale per abuso d’ufficio presso la Procura della Repubblica di Taranto, Lecce e Bari contro la commissione d’esami, perché i commissari suggerivano; Ho fatto ricorso al Consiglio dell’Ordine Forense di Bari per attivare un procedimento disciplinare nei confronti dei commissari consiglieri di Taranto, Brindisi e Lecce; Ho fatto ricorso al Ministero della Giustizia per annullare l’esame; Ho informato il Presidente della Repubblica, il Ministro della Giustizia, i capi gruppo parlamentari di tutti i partiti; Ho informato il Presidente della Corte d’Appello; Ho informato le maggiori rubriche televisive a tutela dei diritti del cittadino; Ho informato tutte le redazioni giornalistiche, locali e nazionali, televisive e della carta stampata; Ho informato tutte le associazioni a difesa dei diritti del consumatore; Ho chiesto l’aiuto dei Praticanti Avvocato per avere la loro adesione alla lotta per tutelare i diritti dei più deboli e affermare il principio della legalità.
Di più non posso fare.

P.Avv. Antonio Giangrande

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