Riceviamo e pubblichiamo
"Mi corre l'obbligo di intervenire per chiarire alcuni aspetti relativi a questa seconda e decisiva fase della campagna elettorale. Da un lato mi viene proposto di assumere un atteggiamento di sostanziale desistenza in vista del turno di ballottaggio, dall'altro viene ancora agitato lo spettro della mia presunta ineleggibilità al solo scopo di disorientare gli elettori. Quanto al primo argomento, giudico bizzarra e singolare la richiesta avanzata dalla coalizione di Stefàno. Il bravo pediatra ha sì ottenuto un ottimo risultato in termini di consensi ma non sufficiente, tuttavia, per essere eletto subito sindaco. Non avrei avuto alcuna difficoltà, come coerentemente dichiarato in più occasioni, a sostenerlo qualora gli elettori avessero deciso di non premiarmi, come invece hanno fatto, indicandomi come uno dei due protagonisti del ballottaggio. Così ha deciso il popolo sovrano, concetto assai caro a tutti noi. Rinunciare adesso alla campagna elettorale significherebbe dire ai cittadini di Taranto che abbiamo sostanzialmente scherzato, che la partecipazione è una farsa, contravvenendo così anche ai precisi moniti del nostro arcivescovo mons. Benigno Luigi Papa, il quale auspica il maggior coinvolgimento possibile dei cittadini elettori alle decisioni che riguardano il bene comune. Si aggiunga inoltre che decine di migliaia sono i tarantini che non hanno votato né per il sottoscritto né per il mio competitore. Cosa diciamo a questi 85mila elettori? Che devono rinunciare a scegliere, che logiche interne al centrosinistra ci impongono di "decidere in famiglia", facendo così sentire "estranei" tutti coloro, e sono appunto la maggior parte dell'elettorato, che al momento non si sono riconosciuti nelle nostre proposte? E d'altra parte, non è stato proprio Stefàno a rivolgersi a tutta la città al momento dell'appello al voto? Forse questo messaggio ora non è più valido? Per me sì. Ecco perché ritengo inaccettabile l'invito alla desistenza. Al contrario, ci prepariamo a vivere con passione e determinazione quest'ultima settimana di campagna elettorale, convinti della validità della nostra offerta politica. Ribadisco, invece, che la maggioranza del consiglio comunale dovrà essere composta da 32 rappresentanti. Se sarò eletto sindaco sarà così, mi auguro che la stessa cosa possa quanto prima dichiarare Ippazio Stefàno. In altri termini, il centrosinistra ha la possibilità di ritrovare la perduta compattezza un minuto dopo l'esito del ballottaggio, al di là di chi sarà diventato primo cittadino. Analogo appello, come si ricorderà, rivolgemmo a tempo debito per presentarci uniti alle circoscrizioni. Non fu accolto e tutti sappiamo com'è andata a finire: la mia coalizione ha vinto in quattro circoscrizioni su sei, delle restanti due solo in una si è affermato lo schieramento che appoggia Stefàno, l'altra è andata al centrodestra. Quanto alla mia presunta ineleggibilità, ancora una volta ricordo che se alcuni avvocati hanno sostenuto questa tesi, altri hanno brillantemente documentato, citando norme e leggi, che per quanto mi riguarda non c'è nessun problema di ineleggibilità. Se si vuole tenere conto del pensiero dell'avvocato Relleva, mi sembra doveroso considerare anche il parere di altri pur autorevoli operatori del diritto come, per esempio, gli avvocati Francesco Caricato e Adeo Giuseppe Ostillio, senza trascurare, peraltro, i positivi orientamenti della Corte di Cassazione e della Corte Costituzionale. Infine, mi rivolgo direttamente al dottore Ippazio Stefàno, il quale avrebbe dichiarato che sino al termine della campagna elettorale non parteciperà più ai confronti televisivi con il sottoscritto. Spero non sia così, diversamente invito il mio amico-competitore a ripensarci. Sottrarsi al faccia a faccia, sì che rappresenterebbe un'offesa all'opinione pubblica e ai cittadini di Taranto che anche attraverso i dibattiti televisivi giudicano le nostre idee per poi decidere al momento del voto".
Autore: Gianni Florido