Si indaga per "omicidio colposo"
Ci sarebbe un errato collegamento in fase di realizzazione dell'impianto alla base dei decessi sospetti all'ospedale civile di Castellaneta, in provincia di Taranto. L'inadeguata esecuzione dei lavori avrebbe causato la diffusione di protossido di azoto e non di ossigeno nelle mascherine collocate sopra alle spalliere dei letti dell'Unità di terapia coronarica. A segnalare la disfuzione è il direttore generale dell'Asl, Marco Urago, in un foglio scritto a penna e inviato all'assessore alla Salute della Regione Puglia, Alberto Tedesco. Urago ha riferito a Tedesco quanto gli era stato comunicato dagli esperti della ditta che si occupa della manutenzione dell'impianto, la Sira, dopo il sopralluogo compiuto nella struttura. La lettera è stata letta ai giornalisti dallo stesso Tedesco nel corso di una conferenza stampa. "Il punto dell'impianto dove si è verificata l'inversione di collegamento tra l'ossigeno e il protossido di azoto - si legge tra l'altro nella nota - è ubicato in prossimità di un cavedio centrale del primo piano, dove si trovano le montanti di distribuzionne di tutti i gas medicali". Il consiglio regionale della Puglia è stato convocato in via straordinaria per mercoledì 9 maggio proprio per discutere del caso Castellaneta. Il dg Urago ha parlato poi oggi con alcuni giornalisti che lo attendevano all'ospedale civile. "Qui siamo in presenza di un atto doloso - ha precisato -, non penso al sabotaggio". "Ricordo - ha aggiunto - che il protossido di azoto nell' Utic non deve proprio arrivare, invece qui avevamo una presenza di protossido di azoto". Intanto prosegue il lavoro della magistratura, che sta indagando sull'ipotesi di omicidio colposo plurimo. L'indagine al momento è a carico di ignoti. Il sostituto procuratore della Repubblica di Taranto, Mario Barruffa, titolare dell'inchiesta, ha disposto una serie di accertamenti tecnici per individuare i responsabili della manutenzione del macchinario per la ventilazione dei pazienti e il sequestro delle cartelle cliniche. "Ho eseguito personalmente un sopralluogo all'interno dell'Utic - ha detto Barruffa - e ne ho disposto il sequestro per evitare che ci potessero essere manomissioni". "Stiamo valutando - ha poi spiegato Barruffa - la documentazione sequestrata per verificare se esistono profili di responsabilità. Si tratta di individuare chi ha effettuato il collaudo del macchinario, chi e come lo ha utilizzato, chi aveva il compito di controllarne il funzionamento. Ed ancora, se ci sono state omissioni o elementi di negligenza, imprudenza o imperizia». «Non ci saranno novità - ha concluso il pm - prima di lunedì o martedì prossimi. Prima di procedere all'autopsia sui pazienti deceduti dovranno essere individuati i possibili indagati con conseguente nomina dei legali. L'autopsia è un atto tecnico irripetibile che presuppone la presenza degli avvocati difensori".