C'è già una vittima nella guerra - oggi politico-diplomatica, domani forse anche militare - tra Cina e Taiwan: la borsa di Taipei. Quella che è considerata una delle piazze chiave del mercato asiatico ha avuto oggi un vero e proprio crollo, chiudendo le contrattazioni in calo di 506,46 punti, vale a dire del 6,39 per cento.
Le minacce del governo di Pechino a quello di Taipei e le notizie di manovre militari di Pechino nel sud del paese hanno intimorito gli operatori che si sono affrettati ad abbandonare gli scambi nella borsa taiwanese. Anche la borsa di Hong Kong chiude in ribasso, l'indice Hang Seng segna alla fine delle contrattazioni meno 1,55 a quota 13.545. (MN)

La tensione è salita alle stelle dopo la dichiarazione delle autorità di Taipei di abbandono della dottrina e della politica di "una sola Cina, due diverse entità politiche", che da sempre ha mantenuto in equilibrio i rapporti tra i due paesi asiatici. Nei giorni scorsi infatti le autorità taiwanesi hanno parlato dell'esistenza di "due Cine", lasciando intendere cioè non non voler più riconoscere Pechino come rappresentante di uno stato in qualche modo unitario. Quasi una dichiarazione di indipendenza che ha fatto andare su tutte le furie i militari e scatenato la reazione del governo della Cina continentale. Rischia così seriamente di saltare l'attesissima visita a Taiwan che in autunno avrebbe dovuto compiere il principale negoziatore della Repubblica Popolare Cinese, Wang Daohan, ripristinando così quei contatti ufficiali che Pechino ruppe nel '95 a titolo di rappresaglia per il tentativo della controparte di farsi spazio da se' sulla scena internazionale. Lo riferisce il quotidiano di Pechino in lingua inglese "China Daily".