"Qui l'uomo si sente infinitamente piccolo, perché nessuna tragedia può essere più grande dello sterminio e dell'olocausto". Sono le parole che ha scritto sul libro dei visitatori di Auschwitz Gianfranco Fini dopo la visita ("dovrò tornarci") insieme a una delegazione di Alleanza nazionale nel campo di sterminio nazista. Le parole erano state "pensate" stamane lungo il percorso che dall'aeroporto di Cracovia lo ha portato ad Auschwitz. "Non è nella possibilità dell'uomo creare paradisi in terra, ma certo qui costruì l'inferno. Ogni uomo lo ricordi, lo sappiano tutti i giovani, per sempre se ne rinnovi la memoria", ha scritto ancora Fini. A Cracovia, presso l'università, Fini è stato poi insultato e colpito a una spalla da una palla di neve lanciata da un gruppo di manifestanti.
Non molto soddisfatte dalle parole del capo di An le comunità ebraiche italiane. "Sono d'accordo con l'onorevole Fini quando afferma che ad Auschwitz si costruì l'inferno, ma non è una novità", ha detto Amos Luzzatto, presidente dell'Unione delle comunità ebraiche italiane. "Non basta definire la guerra un orrore, un inferno. Occorre un esame critico e autocritico della concezione totalitaria che ha generato quell'orrore, di cui Auschwitz è l'ultima tappa. Occorre uno sforzo per capire le ragioni che hanno generato quell'orrore, la caccia all'uomo". (MN)