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Stoccaggio rifiuti a Ugento cinque arresti 'eccellenti'

Data: 06/04/2002 - Ora: 08:43
Categoria: Politica

Gli arresti eseguiti dai carabinieri alle prime luci dell'alba sono "eccellenti". L'inchiesta coordinata dal sostituto procuratore Marco D'Agostino fa un luce su una presunta truffa che i cinque professionisti avrebbero commesso. Al centro delle indagini una struttura per la lavorazione e lo stoccaggio dei rifiuti provenienti dalla raccolta differenziata.

E invece le accuse, rilanciate nero su bianco nei provvedimenti emessi dal giudice delle indagini preliminari, superano i confini del centro salentino. E vanno oltre, a Roma ad esempio, dove uno degli indagati è a capo di un'azienda molto conosciuta e accreditata. Nel '99 l'amministrazione comunale aveva appaltato i lavori per la realizzazione del centro alla Geosonda un'azienda romana che fa capo a Fabio Diamianti, anche lui finito in carcere questa mattina. Lavori che così come stabilito nella gara d'appalto dovevano essere ultimati entro il 31 dicembre del 2001, termine ultimo per non perdere ed ottenere il finanziamento della Comunità Europea, quasi quattro miliardi di lire inseriti nel programma operativo plurifondo della Regione Puglia. Così secondo l'accusa non è stato. I lavori sarebbero stati ultimati ma solo sulla carta. In realtà, hanno accertato le indagini condotte dai carabinieri, il centro per la lavorazione e lo stoccaggio dei rifiuti alla data del 31 dicembre scorso non era stato ultimato così come dichiarato negli atti ufficiali redatti dal responsabile dell'ufficio tecnico del comune Daniele Lazzaro Giannuzzi, 50 anni, di Ugento, e dall'équipe incaricata di sovrintendere i lavori. Parla il giudice dell'indagini preliminari nell'ordinanza notificata alle cinque persone coinvolte nell'inchiesta "di artefici e raggiri" con i quali gli indagati avrebbero cercato di incassare l'intero importo dei lavori "evitando la penalità di 200mila lire prevista per ogni giorno di ritardo". A finire in carcere ieri mattina anche il direttore dei lavori Nicola Manca di Squinzano, il geometra Giuseppe Gentile, e poi Michele Mirelli di Taranto, responsabile del procedimento per conto del Commissario delegato per l'emergenza rifiuti in Puglia. E da Bari sarebbe arrivato "il consiglio". Ha raccontato nel dicembre dello scorso anno ai carabinieri di Ugento Daniele Lazzaro Giannuzzi, il capo dell'ufficio tecnico del comune arrestato ieri mattina, che "l'ingegner Manca aveva messo al corrente della situazione dell'avanzamento dei lavori vari ambienti della Prefettura di Bari e della Regione Puglia dai quali aveva ricevuto il "suggerimento" di chiudere la contabilità fittizia in modo da non perdere il finanziamento a carico della cassa Depositi e Prestiti e proseguire successivamente i lavori". E poi ancora ai militari ha parlato di "un beneplacito" degli amministratori di Ugento. Parole certo, che l'inchiesta dovrà vagliare.

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