Polemica al calor bianco tra il clan Di Bella e il Comitato guida per la sperimentazione della terapia. Giuseppe Di Bella, il figlio del professore modenese, e il suo avvocato avevano detto che è in atto il tentativo di boicottare la sperimentazione ammettendo solo pazienti moribondi o in pessime condizioni di salute. Questo sarebbe anche il motivo che spingerebbe il professore a lasciare l'Italia per continuare nella sua opera. Risponde il ministero della Sanità affermando che la maggior parte dei pazienti inseriti nello studio sperimentale sono in buone condizioni cliniche "ed è quindi falsa l'affermazione che lo studio riguarderebbe solo pazienti moribondi". Il Comitato specifica che dei dieci protocolli sperimentali che riguardano 600 pazienti, soltanto due, per un totale di 68 pazienti (11%) includono malati in fase critica. "In particolare", viene puntualizzato, "il protocollo 10 include pazienti in fase critica di vari tumori e il protocollo 4 riguarda invece pazienti con carcinoma mammario in fase critica; per lo stesso tumore è però previsto anche il protocollo 2 per pazienti che non hanno ancora iniziato la terapia, nemmeno quella chirugica. In altri sei protocolli è possibile l'inclusione anche di pazienti che non sono mai stati trattati con precedente chemioterapia e che hanno condizioni cliniche discrete, misurate con performance status di 1 o 2, e che sono quindi pazienti ambulatoriali". (MN)