Questo portale non gestisce cookie di profilazione, ma utilizza cookie tecnici per autenticazioni, navigazione ed altre funzioni. Navigando, si accetta di ricevere cookie sul proprio dispositivo. Visualizza l'informativa estesa.


Home Page

Spam, l'Ue chiede più collaborazione agli Usa

Data: 17/07/2003 - Ora: 11:19
Categoria: Internet

Il 50% dei messaggi di mail in Europa sono indesiderati. Lo spam «grave ostacolo» per lo sviluppo dell'e-commerce

"Gli indirizzi di posta elettronica non sono liberamente utilizzabili da chiunque per il solo fatto di trovarsi in rete". Questa semplice affermazione è scritta a chiare lettere nel sito del Garante per la privacy italiano, che spiega anche come si sia mosso di recente per fermare quattro aziende impegnate in azioni di spamming, ovvero invio illegale di messaggi di posta elettronica o sms pubblicitari a soggetti che non li avevano richiesti. Ma tra il legiferare e il fare c'è di mezzo un mare di milioni di messaggi che inquinano le caselle di posta degli utenti internet europei, fino a produrre in questi giorni una dura presa di posizione della Commissione europea. REGOLE DIVERSE - L'utente deve accettare esplicitamente di voler ricevere un'email commerciale. Questo è il pilastro della proposta europea, presentata dal Commissario europeo per le Imprese e la Società dell'informazione Erkki Liikanen a Bruxelles il 15 luglio. Una regola semplice e gradita certamente dagli utenti della rete ma non, a quanto pare, agli operatori telematici statunitensi. Oltreoceano - da dove, secondo tutte le ricerche, proviene il grosso della marea di spam - si preferisce infatti un sistema cosiddetto «opt out», che è il contrario esatto di quanto detto all'inizio: il mio indirizzo di posta è pubblico, esattamente come il mio numero telefonico, e le aziende possono contattarmi liberamente fino a quando non «opto» (decido) di uscire dalle loro liste, facendo richiesta esplicita. E' quanto è successo proprio nelle ultime settimane neglio Usa in campo telefonico: milioni di americani si sono iscritti a un registro con il proprio numero telefonico, chiedendo di non essere mai chiamati a casa per offerte commerciali. Ma, appunto, l'hanno dovuto fare spontaneamente. Mentre l'Europa dice (e proverà a far dire anche agli Usa): di norma è vietato, se accetto esplicitamente riceverò delle e-mail commerciali. RODOTA': GLI USA STANNO REAGENDO - Secondo il responsabile italiano della tutela della privacy Rodotà, tra i promotori dell'iniziativa europea, la lotta alla 'posta spazzaturà passa soprattutto attraverso la cooperazione con gli Usa, «paese che è all' origine della grande maggioranza degli spam, come testimonia il fatto che l'85% dei messaggi è in lingua inglese». Sulle difficoltà causate dall'orientamento degli Usa verso il principio della liceità dell'invio fino a quando l'utente non esprime il proprio dissenso, Rodotà ha osservato che «non sarà facile arrivare presto a una convenzione internazionale», ma che si registra «un cambiamento spettacolare da parte degli Usa che cominciano ad accettare l'idea di un intervento normativo e di sanzioni penali contro i responsabili dello spamming». I PASSI IN EUROPA - A seguito dell'adozione, lo scorso anno, della direttiva sulla tutela della vita privata nel settore delle comunicazioni elettroniche, entro il mese di ottobre 2003 gli Stati membri sono tenuti a recepire disposizioni antispamming nell'ordinamento nazionale. Per la seconda fase di questa strategia, la Commissione prevede che in autunno sia approvata una comunicazione sullo spamming. L'azione concreta verterà sull'effettiva applicazione della normativa, in particolare mediante la cooperazione internazionale, misure tecniche antispamming e la sensibilizzazione dei consumatori. Le misure proposte saranno dapprima collaudate dagli Stati membri e dalle parti interessate nel quadro di un seminario che sarà organizzato in ottobre. L'Unione europea è stata la prima a muoversi sul piano normativo adottando, sin dal luglio 2002, una direttiva che condurrà ad un divieto paneuropeo dello spamming destinato ai privati cittadini. Con la sola eccezione applicabile alle relazioni commerciali esistenti la comunicazione commerciale mediante e-mail sarà autorizzata solo previo consenso dell'abbonato. Questo regime, detto di «opt-in», disciplina anche i messaggi SMS e gli altri messaggi elettronici ricevuti su terminali mobili o fissi. Gli Stati membri possono inoltre vietare l'invio di e-mail commerciali indesiderate alle imprese. Questo regime deve essere applicato e fatto rispettare entro il 31 ottobre 2003.

Invia commento

Commenti su questo articolo

Documenti

Link

Risorse correlate

Ultime notizie della categoria

BitMeeting - Organizza le tue riunioni quaificate on-line

BitMeeting - Organizza le tue riunioni quaificate on-line

Banner AIL Salento

Banner AIL Salento

CARLA E ANNACHIARA QUARTA

CARLA E ANNACHIARA QUARTA
Torna a inizio pagina
RECAPITI E INFO

Sede amministrativa:
Via 95° Rgt. Fanteria, 70
73100 Lecce
Tel. 0832 34 40 41
Fax 0832 34 02 28 

info@sudnews.tv

Privacy Policy
Cookie Policy

SUDNEWS

Editore: ClioCom
Testata giornalistica
Reg. Tribunale di Lecce
31 Agosto 1995 n. 617

ClioCom © 2025
Clio S.r.l. Lecce
Tutti i diritti riservati