Commette un reato penale chi lascia al freddo il proprio cane senza dargli il riparo di una cuccia o gli procura una sofferenza 'psichica', magari mettendogli paura. Lo ha stabilito la Cassazione (sentenza 1215), che ha confermato la multa di un milione e mezzo data dal Pretore di Grosseto a un contadino che nel suo podere, in Maremma, aveva lasciato esposto alle ''intemperie invernali'' - dalla mattina della domenica a quella del lunedì - il suo 'fedele amico', per di più lasciandolo legato a una catena corta. L'agricoltore si era difeso sostenendo che non si trattava di maltrattamenti giacché, seppur tenendolo all'addiaccio, non aveva però in alcun modo leso l'integrità fisica del suo cane, né aveva inteso, cosi' facendo, ''incrudelire'' su di lui. Ma la Suprema Corte ha respinto le sue 'scuse', affermando che ''determinare una sofferenza agli animali non comporta necessariamente cagionare loro una lesione fisica o una malattia perché la sofferenza puo' anche consistere in soli patimenti, che possono derivare anche da abbandono, da paure, da privazioni smodate''. (FM)

Inoltre i supremi giudici - respingendo la tesi dell'uomo che si proclamava innocente per non aver avuto alcuna volonta' di nuocere al cane - hanno rilevato che ''incrudelisce'' sugli animali non solo chi volontariamente gli fa del male, ma anche chi per sua sola ''insensibilita''' gli causa sofferenze. 'Crudus' - ricordano - indica la durezza dell'animo.