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Sfruttamento dell'immigrazione clandestina, arrestato cinese a Francavilla

Data: 21/11/2005 - Ora: 09:12
Categoria: Cronaca

Condizioni di igiene al limite della vivibilità

E’ stata scoperta dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Francavilla Fontana, una situazione di sfruttamento proprio alle porte della città degli Imperiali, in un capannone industriale utilizzato, qualche anno fa, per la vendita di mobili ed arredi vari. I Carabinieri, che stanno monitorando in questi tempi l’importante afflusso in città di numerosi cittadini originari della Repubblica Popolare Cinese e l’insediamento di diverse attività commerciali, per lo più di vendita ed ingrosso di calzature, abbigliamento, pelletteria e valigeria, avevano notato un particolare andirivieni dalla struttura, al momento in disuso, di camion e fornitori di legname, nonché la presenza di alcuni cittadini cinesi, facilmente riconoscibili per la loro caratteristica fisionomia, che sembravano non allontanarsi mai da quel sito. Notoria è, infatti, la resistenza e la dedizione al lavoro di questo popolo, i cui rappresentanti non si risparmiano, forse a volte anche contro la loro volontà, in mansioni varie. L’accesso e la verifica da parte degli uomini dell’Arma ha difatti permesso di accertare che all’interno del capannone erano in fervente opera i lavori di costruzione, sul posto, degli arredi di un centro commerciale destinato alla vendita al dettaglio e all’ingrosso di borse e valigeria. Nell’improvvisata falegnameria erano attivamente impiegati quattro cittadini cinesi, ma la presenza di una donna ha fatto sorgere il sospetto che, di fatto, vi si era insediata, o vi si stesse per insediare una nuova, vera e propria colonia. Il sopralluogo della parte superiore del capannone, ha permesso, quindi, di accertare che gli ambienti che una volta erano destinati all’esposizione di camere da letto e cucine, avevano rivisto una nuova alba. Tra lo sconcerto degli operanti sono state rinvenute due improvvisate camere da letto, in realtà consistenti in due distinte "brande" matrimoniali con rispettivi materassi, alcuni "comodini" ricavati da altrettanti scatoloni contenti quegli stessi articoli che sarebbero dovuti esser destinati in futuro alla vendita e, varie prolunghe di filo elettrico per assicurare la fornitura di luce, il tutto al limite della sicurezza ed in precarie condizioni di igiene. L’accampamento, o quello che sarebbe dovuto essere, almeno nella remota immaginazione dei suoi "abitanti", la zona notte, aveva la corrispondente sala da pranzo in un’altra ala dello stabilimento. Anche qui condizioni di igiene al limite della vivibilità. I cartoni erano qui utilizzati come tavoli e sedie ed un fornellino da campeggio posizionato all’interno del locale originariamente destinato a servizi igienici, ove anche si provvedeva, essendo l’unico sito provvisto di acqua corrente, alla preparazione degli alimenti ed al lavaggio delle stoviglie. Alla luce di quanto accertato, i Carabinieri del Nucleo Operativo, hanno sequestrato il capannone e tratto in arresto HE Jian Meng, cittadino cinese, che aveva preso in locazione il capannone per conto della società "PUNTO UNO", corrente in San Giorgio Jonico, poiché, retribuendo con vitto e alloggio, tra gli altri suoi connazionali, anche quello clandestino, facendogli effettuare senza alcuna regolarizzazione, lavori di falegnameria e altro per la nuova attività commerciale in Francavilla Fontana, favoriva di fatto la sua permanenza nel territorio dello Stato Italiano al fine di trarne ingiusto profitto dalla sua condizione di illegalità, derivante dal fatto di effettuare con il minimo indispensabile, lavori manuali che, altrimenti, avrebbero necessitato di ben altra remunerazione economica se effettuati da manodopera specializzata e regolarmente assunta. Nella stessa occasione, il personale della locale Compagnia della Guardia di Finanza, allertato dai Carabinieri perché Jian Meng HE non era stato in grado di esibire alcuna documentazione contabile sulle centinaia di colli già stipati all’interno del capannone, procedeva al sequestro di n.70 colli, contenenti cadauno oltre duemila articoli che recavano altrettanti piccoli pupazzi in peluche privi di etichettatura conforme alle direttive Cee in materia di sicurezza dei giocattoli. Il cittadino cinese arrestato, al termine degli accertamenti, è stato condotto presso la sua abitazione in Grottaglie e lì sottoposto al regime degli arresti domiciliari a disposizione del Sostituto Procuratore Pasquale SANSONETTI. A lui dovrà spiegare, ora, in quali termini e perché aveva permesso al cittadino clandestino di lavorare per suo conto presso la sua nuova attività commerciale.

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