Schiavi per doversi vendere, schiavi per dover dare il proprio corpo. Sarebbero almeno 30.000, in maggioranza donne e minori, gli schiavi del sesso sfruttati nel nostro paese per soddisfare il mercato della prostituzione. Il dato è stato fornito oggi dalla Caritas italiana che ha aperto a Modena i lavori del XXIV Convegno nazionale delle realtà diocesane. I lavori dell'annuale assemblea Caritas sono stati incentrati sullo studio dei ''bisogni dimenticati'' con la presentazione di un rapporto su Emigrazione ed esclusione sociale curato per le Edizioni Feltrinelli dai sociologi Tiziano vecchiato e Walter Nanni. (MN)

Dal rapporto emerge come la tratta a scopo di sfruttamento sessuale interessa nel mondo circa un milione di donne di cui il 35% minori di 18 anni. In Europa, invece, l'industria del sesso traffica da 200.000 a 500.000 esseri umani ogni anno. Nel nostro Paese rimangono, comunque, molti i problemi che riguardano le categorie piu' deboli. Tra queste, rileva la Caritas, i circa 52.000 senza fissa dimora e le 442.000 persone che soffrono di disturbi psichiatrici e che non hanno ancora trovato ''una giusta soluzione per i loro problemi'', anche dopo la chiusura per legge dei manicomi. Dismissione questa, che ha interessato quasi 17.000 strutture tra pubbliche e private anche se sono ancora 17 gli istituti manicomiali ancora aperti. Altro capitolo quello della disoccupazione giovanile che secondo i dati ufficiali interessa oggi 2.800.000 individui. I tempi di ricerca di un lavoro, denuncia la Caritas, si stanno drammaticamente allungando mentre e' maggiore il numero delle persone in cerca di prima occupazione (43.6%) piuttosto che dei disoccupati in senso stretto (36.6%). Infine l'altro drammatico problema: quello dell'usura. Secondo stime della Banca d'Italia - si ricorda - le famiglie coinvolte dall'usura sarebbero in Italia almeno 300.000 mentre si ipotizza una consistenza di circa 500.000 persone vittime degli strozzini.