"Chiedo scusa agli americani" . Monica Lewinsky, l'ex stagista alla Casa Bianca che con le sue rivelazioni ha messo alle corde il presidente Usa Bill Clinton, ha chiesto scusa agli americani durante un'intervista con la giornalista Barbara Walters. Le dichiarazioni dell'ex amante dell'uomo più potente del mondo saranno trasmesse dalle rete televisiva Abc il 3 marzo. L'anticipazione giunge da una fonte autorevole: il 'Washington Post'. Una persona presente durante l'intervista, filmata sabato scorso, ha riportato le parole della giovane. L'intervista a Monica, che ha già rilasciato un'altra intervista ad una televisione del Regno Unito (in onda il 4 marzo), giunge a pochi giorni dalla decisione del Senato americano di non processare il presidente Usa più amato dopo Kennedy per spergiuro e per altri reati connessi. Scongiurato l'impeachment, Monica ha deciso di dire la sua verità. Odiata e dileggiata da mezza America per una condotta che è stata ritenuta ora troppo leggera ora troppo disinvolta, la californiana Monica ha scelto la linea del contrattacco, difendendosi da tutte le accuse. Ha detto di ''non sentirsi completamente responsabile'' per ciò che e' accaduto e di aver atteso molto tempo prima di chiedere scusa alla nazione. (GT/MN)

Walters, considerata la 'regina' delle intervistatrici americane, ha chiesto a Monica se e' ancora innamorata di Clinton. L'ex stagista ha risposto di non esserlo più, ma ha citato casi nei quali si sentiva ''molto vicina'' al presidente. Sempre sul tema sessuale, Monica ha rivelato che Clinton ''cerca di frenare'' i propri impulsi.. Pressata da Walters che le chiedeva di dare un giudizio su Kenneth Starr, il procuratore indipendente che innescato il sexgate, Monica ha atteso a lungo prima di rispondere: ''Ho paura di dire quel che penso, non sono autorizzata a farlo".
Intanto Kenneth Starr, il grande accusatore di Bill Clinton, potrebbe entrare nella storia degli Stati Uniti come l'ultimo procuratore indipendente. Il Congresso americano, infatti, potrebbe abolire per sempre la figura del grande inquisitore, istituita con legge in piena era Watergate, nel 1978. L'America, vicina a Clinton anche nei momenti più bui (la popolarità del presidente che viene dal Sud non è mai scesa al di sotto del 60%), vuole voltare pagina e non dover più vivere momenti di caccia alle streghe.
Come ha dimostrato il sexgate, le indagini rischiano di essere troppo lunghe, politicamente strumentali ed eccessivamente onerose. Starr, repubblicano dichiarato, per incastrare, senza per altro riuscirvi, Bill Clinton, ha lavorato cinque anni buttando al vento qualcosa come 50 milioni di dollari. E non e' tutto. Alla fine lui stesso si e' ritrovato indagato per il modo poco corretto con il quale il suo ufficio avrebbe condotto le indagini sul caso di Monica Lewinsky. Accuse sulle quali il ministro della giustizia federale Janet Reno dovra' avviare un'inchiesta. Ma il sexgate, per la gioia di quotidiani e giornali scandalistici, sembra non finire mai.
Momento dopo momento spuntano amanti e presunte "molestate" dal presidente democratico, e un'altra tegola sta per cadere sul capo presidenziale. Dopo Monica, Paula Jones, J. Flowers e tante altre l'incubo di Bill Clinton si chiama Juanita Broaddrick. La Nbc ha mandato in onda ieri sera l'intervista con la signora che sostiene di essere stata violentata dal presidente 21 anni fa in Arkansas. Registrato il 20 gennaio scorso mentre il Senato era alle prese con il procedimento di impeachment contro Clinton per l'affaire - Lewinsky, lo special e' stato trasmesso soltanto la scorsa notte per l'espressa volontà degli autori di verificare l'attendibilità della storia. Ma l'America sarà ancora una volta dalla parte del presidente playboy?