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Sei arresti nel Salento per usura

Data: 18/05/2005 - Ora: 09:29
Categoria: Cronaca

I sei, per anni, avrebbero concesso prestiti a tassi che raggiungevano anche il 120 per cento del capitale iniziale

Grazie al coraggio di un piccolo imprenditore calzaturiero di Casarano, che nel 2000 aveva ereditato una azienda in crisi e per evitare di chiudere era finito nelle mani degli strozzini, a dare scacco ad una organizzazione di usurai salentini e consentire l’arresto di sei persone da parte da parte dei carabinieri. Gli arrestati sono Dario De Carlo, di 41 anni di Racale, già condannato per associazione mafiosa, il suo compaesano Quintino De Lorenzis, di 34 anni, Fernando Muscella, invalido civile di 36 anni di Casarano (Lecce), Fioravante Corciulo, di 58 di Melissano e Clementina Bruno, di 63, di Felline, frazione di Alliste, l’unica incensurata alla quale è stato concesso il beneficio dei domiciliari. Il sesto è Cosimo Malerba, di 52 anni, di Sannicola di Lecce, al quale il provvedimento restrittivo è stato notificato nell’ospedale civile di Gallipoli, dove è ricoverato per una grave malattia ed è ora piantonato. I sei, per anni, avrebbero concesso prestiti a tassi che raggiungevano anche il 120 per cento del capitale iniziale: per loro le accuse sono di associazione per delinquere finalizzata ad usura, estorsione, percosse e lesioni personali. Dopo avere inutilmente chiesto prestiti alle banche, l’imprenditore aveva fatto ricorso agli usurai per evitare di chiudere la fabbrica licenziando le poche decine di operai che vi lavorano. Nel giro di poco, l’imprenditore si è trovato così ad avere un debito di circa 700mila euro, tanto da non riuscire più nemmeno a fare fronte anche solo agli interessi mensili del 15 per cento. Ha quindi deciso di denunciare tutto, e per questo è stato minacciato e malmenato. Ma è andato comunque fino in fondo e ha descritto nei particolari quanto era accaduto consentendo agli investigatori di risalire ai presunti responsabili e di trovare riscontri anche nelle operazioni bancarie compiute in sette uffici postali e filiali di istituti finanziari. Accertamenti che hanno anche consentito alla Direzione investigativa antimafia di eseguire, insieme agli arresti, anche i sequestri di tre ville, diversi appartamenti e terreni, otto automobili e saldi attivi dei conti bancari per un valore complessivo di circa 1.500.000 euro. Il denaro versato dall’imprenditore è stata rintracciato perchè gli usurai, una volta riscossi gli interessi, facevano subito il versamento in banca. Anche il procuratore aggiunto presso il Tribunale di Lecce Francesco Vignola ha osservato che tutto è stato possibile grazie «al coraggio dell’imprenditore e all’ estrema professionalità e competenza sia della Dia, che dei carabinieri, che hanno collaborato con la Procura di Lecce». «Un risultato - ha aggiungo - che dovrebbe incentivare altre persone che sono vittime di estorsioni ed usura a avere fiducia nello Stato e a denunciare. Vignola ha aggiunto che alcuni dei presunti usurai mostravano di vivere in semipovertà, percepivano persino una pensione dallo Stato, uno di loro come invalido civile.

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