Si comincia subito per ambulanze e provette per prelievo sottovuoto. A fine febbraio parte la gara per acquistare quindici ambulanze dotate di attrezzature per la rianimazione e cinque per esigenze neonatali, primo vero passo verso l'attivazione del servizio di emergenza "118". Poi, online, si darà vita all'asta per acquistare le provette.
I direttori generali di aziende sanitarie e ospedaliere dovranno solo dire cosa serve per i loro ospedali.
Al resto, gare comprese per la fornitura di beni e servizi, pensa l'Ares, l'agenzia regionale sanitaria della Regione Puglia. È questo l'obiettivo della convenzione siglata ieri tra il ministero dell'Economia e la Regione Puglia che mette in contatto diretto l'Ares di Mario Morlacco con la Consip, la concessionaria ministeriale dei servizi informativi pubblici.
Con l'accordo, benedetto dal vice ministro Mario Baldassare e voluto dal presidente pugliese, Raffaele Fitto, la Regione avrà una «centrale acquisti», l'Ares appunto, che libererà le aziende sanitarie e ospedaliere, dall'incombenza di bandire gare: il materiale sanitario avrà lo stesso prezzo su tutto il territorio regionale.
Secondo le previsioni, il «filtro» dell'Ares comporterà un risparmio di 64 milioni di euro (120 miliardi di lire), risorse che saranno investite per potenziare l'assistenza, secondo il dettato del piano sanitario. Quando il sistema di centralizzazione andrà a regime, entro la fine del 2002, dall'Ares passerà l'acquisto dell'80 per cento degli 800 milioni di euro che raggiunge, tra specifica e non, la spesa sanitaria pugliese, anche grazie alle convenzioni che, a livello nazionale, stipula la Consip. Il vice ministro è convinto che in questo modo sarà possibile «contenere e rendere più efficienti certe voci di spesa, aumentare le risorse per gli investimenti e ridurre la pressione fiscale». Non poteva mancare il suo plauso alla Regione, prima nel Sud ad avvalersi di questa possibilità, dopo Piemonte, Lombardia e Lazio. Per Fitto è un fiore all'occhiello della politica di contenimento imposta al settore della sanità che lo ha costretto ad aumentare il prelievo Irpef nel 2002: «Con questo accordo riusciamo a mettere insieme il contenimento dei costi e un servizio adeguato». L'uno funzionale all'altro, dopo le accuse che vogliono il centrodestra pugliese attento, in materia sanitaria, solo ad una politica di bilancio.
I manager si sentiranno ulteriormente sotto pressione: E "sotto tutela". Con un'appendice: che fine faranno le quasi 800 aziende pugliesi fornitrici di Asl e aziende ospedaliere? «In Puglia non abbiamo produttori, solo distributori - risponde Morlacco - per cui riflessi negativi non dovrebbero essercene». Per il vice ministro Baldassari, invece, per le aziende pugliesi «il mercato si apre aumentando le potenzialità di crescita». Vittorio Carabellese, il presidente dell'Aforp, l'associazione che raggruppa i fornitori, non si sbilancia ma invita alla cautela: «Vedremo se sarà effettivamente così».