A notte fonda, quando sono passate da poco le tre, il ritrovamento della biciclettina gialla e nera a ridosso di un ulivo di grosso fusto, lascia trasparire la possibilità che di lì a poco le ricerche sarebbero ultimate. Il bambino, infatti, aveva trovato riparo sotto le fronde della grossa pianta
Non è stata una bella giornata quella trascorsa ieri sera da un famiglia sandonacese. Il figlio minorenne di una coppia del posto, ritenutosi offeso dal rimbrotto della mamma, aveva pensato bene di allontanarsi da casa in bicicletta. Nulla di strano se non fosse per il fatto che dal primo pomeriggio e sino alle prime ore della sera il ragazzino non aveva ancora fatto ritorno a casa. E’ stato in quel frangente che i genitori hanno deciso di avvertire i Carabinieri della locale Stazione dei Carabinieri, retta dal Maresciallo Giancarlo Abbracciavento. L’ispettore a quel punto, raccolta la segnalazione di aiuto, dirama le ricerche del ragazzino ai Comandi dell’Arma viciniori, in prima battuta, ed in seguito sino alla Centrale Operativa di Francavilla Fontana. Da qui, per il tramite della Compagnia Carabinieri, le ricerche sono estese in tutto il territorio nazionale. Nel frattempo, il Capitano Dionisio De Masi, nelle more dell’eventuale utilizzo di un elicottero del Nucleo di Bari Palese, già allertato nella peggiore delle ipotesi per le prime ore della mattina successiva, organizza un servizio di battuta teso alla ricerca del bambino, per il quale convergono, già nella notte, anche i colleghi del Nucleo Cinofili di Modugno, addestrati per la ricerca di persone. La paura è tanta. Le recentissime vicende di cronache sorte alla ribalta nazionale non lasciano spazio all’ottimismo. Ma la speranza è l’ultima a morire. Inoltre, il fatto che il ragazzino si fosse allontanato volontariamente cancellava la pesante ombra su un possibile intervento di terzi nella scomparsa del minore. Per il servizio l’Ufficiale da fondo a tutte le risorse a disposizione in termini di uomini e di mezzi. Tutte le pattuglie già in servizio in quelle ore, sin da Villa Castelli e comprese le autoradio e le auto civette del Nucleo Operativo e Radiomobile, retto dal Tenente Pasquale Ferrari, vengono dirottate sul territorio di San Donaci. "Il ragazzo è andato via in bici e, per quanto forte e di corporatura robusta, non può aver fatto molta strada", pensano gli inquirenti. Inoltre, vengono richiamati per l’occasione anche altri Carabinieri, che il loro servizio lo avevano già ultimato. Nulla può essere lasciato intentato. C’è in ballo una vita. Giovanissima. Le ricerche proseguono senza sosta ed ininterrottamente. Tutte le pattuglie sono munite della descrizione del bambino. A notte fonda, quando sono passate da poco le tre, il ritrovamento della biciclettina gialla e nera a ridosso di un ulivo di grosso fusto, lascia trasparire la possibilità che di lì a poco le ricerche sarebbero ultimate. Il bambino, infatti, aveva trovato riparo sotto le fronde della grossa pianta. Infreddolito e, forse di più, spaventato dal buio che lo aveva sorpreso, ed al quale non aveva pensato allontanandosi dal giaciglio familiare, avrà riflettuto sull’imprudenza che aveva commesso. "Non lo faccio più! Chiedo scusa a tutti per il fastidio che ho procurato", ha esclamato ai Carabinieri che lo hanno avvolto nelle loro giacche a vento, cercando subito di riportarlo in un clima più caldo. Non c’è fastidio nel ricercare un bambino di tredici anni e nessun sforzo può essere risultato oneroso quando l’esito è stato favorevole. Dopo le prime cure dei Carabinieri stessi, quindi, è stato riaccompagnato presso la sua abitazione, dove ad attenderlo c’erano, in lacrime, mamma e papà. "Non lo faccio più, non lo faccio più!", continuava a ripetere. Si. Crediamo proprio che andrà così.