Cresce il numero dei casi di sifilide e di malattie sessuali nei Paesi dell'ex Unione sovietica e la paura degli italiani per eventuali ripercussioni nel Belpaese: in base agli ultimi dati Oms si è passati da cinquemiladuecentonovantadue casi nel 1991 a ben oltre i sessantunomila nel 1995 in Ucraina e da cinquemilatrecentocinquanta (1991) a oltre i ventiseimila (1995) in Russia. L'Iss, però, assicura che l'Italia non è 'a rischio', nonostante il crescente fenomeno del commercio sessuale di provenienza est-europea, ma, sottolinea, non bisogna abbassare la guardia. (FM)

''Il rischio d'importazione di tali malattie in Italia è minimo - ha affermato il direttore del laboratorio di epidemiologia dell'Iss, Donato Greco - dal momento che il controllo è fortissimo. Tuttavia è fondamentale integrare i Paesi dell'est nel contesto europeo, arginando tali epidemie là dove si presentano''.

In Italia, assicura Greco, i casi di sifilide registrati sono meno di mille e molto è dovuto alla prevenzione. Tuttavia, dal 1991 ad oggi, sono trentanovemila i nuovi casi di malattie sessualmente trasmissibili segnalati al centro di coordinamento dell'Iss (dati Datanalysis). L'allarme salute nell'est Europa è comunque più generale: qui la mortalità infantile è del 35 per 1000 (6,8 per 1000 in Occidente) e l'aspettativa di vita ha registrato uno 'stacco' rispetto all'Occidente pari a quindici anni(dieci per le donne) nel 1995. In più, epidemie di sifilide, malaria, colera. La situazione è sotto controllo, ha concluso il direttore dell'Iss Benagiano, ''ma virus e germi non conoscono confini, il problema potrebbe riesplodere''.