Boris Eltsin ha destituito tre ministri del governo presieduto dal premier Viktor Cernomyrdin: la Costituzione russa glielo consente.
I silurati sono il ministro dei Trasporti Nicolai Tzakh, il ministro dell'Educazione Vladimir Kineliev e il vicepremier per i Rapporti con la Csi (Comunità degli Stati indipendenti) Valeri Serov. L'unico atteso era quest'ultimo in quanto la Csi, di cui fanno parte tutte le Repubbliche ex sovietiche eccetto le tre baltiche, non funziona come vorrebbe Eltsin, inoltre lo stesso presidente nell'ultimo vertice era stato oggetto di aspre critiche. Gli altri due membri del governo mandati a casa sono invece oscuri burocrati che non hanno un particolare peso politico nell'esecutivo. Alcuni esperti di politica russa li ritengono semplici capri espiatori di un rimpasto fin troppo pubblicizzato. Serov, invece, è stato uno degli artefici del controverso accordo di unione con la Bielorussia, che ha creato non pochi imbarazzi al Cremlino per le nostalgie del passato sovietico e per i modi dittatoriali del presidente bielorusso Alexander Lukashenko. (MN