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Data: 09/11/2002 - Ora: 09:08
Categoria:
Cronaca
Degli indumenti intimi - a quanto si
e' saputo - non ci sarebbe traccia. Non si sa se la donna
abbia anche subito violenza sessuale oltre alle sevizie di
cui e' stata vittima. Da un esame esterno del corpo, il medico legale Alberto Tortorella - che domani compirà l’autopsia - non ha individuato tracce di armi da fuoco o da taglio. Per questo, per il momento non è noto come la donna sia morta: se per le sevizie o per soffocamento. Il magistrato che coordina le indagini, Maria Cristina Rizzo, ha disposto l’autopsia ed esami specifici, tra l’altro per accertare se sul corpo di Angela Petrachi ci siano resti organici che consentano di risalire al suo aggressore o ai suoi aggressori.
Il cadavere era a faccia in giù: soprattutto volto e addome, per il contatto con terra e foglie, apparivano in avanzato stato di decomposizione. La identificazione del corpo è stata così fatta - a quanto si è saputo - anche e soprattutto per gli abiti che la donna aveva indosso e per una farfalla tatuata sull’addome. Gli investigatori stanno cercando ora di ricostruire le ultime ore di vita della donna, che si era allontanata di casa il pomeriggio del 26 ottobre, lasciando ai genitori i suoi due figli e dicendo che sarebbe tornata in serata: da allora non è tornata più. I suoi genitori hanno però denunciato la sua scomparsa solo dopo cinque giorni, fornendo diverse motivazioni, ma soprattutto per evitare di correre il rischio - secondo gli investigatori - che, per l’allontanamento della donna, i suoi due figli, di sette e undici anni, tornassero in istituto dove erano stati posti per alcuni mesi per decisione del tribunale dopo che la donna e il marito si erano separati.
Poche ore dopo la denuncia, i carabinieri, nella notte tra l’1 e il 2 novembre, ritrovarono la vettura della donna, una Fiat panda di colore rosso, sulla strada provinciale Melendugno-Borgagne. Tre giorni dopo, in un’area non lontana da quella dove oggi è stato scoperto il corpo, sono stati trovati la sua borsa - vuota, priva anche dei documenti personali - e i documenti dell’automobile. Gli investigatori stanno anche cercando di capire se sia attendibile una testimonianza, secondo la quale la donna sarebbe stata ancora viva 24 ore circa dopo la sua scomparsa.
Angela Petrachi non aveva un’occupazione fissa: era stata Lsu, faceva lavori saltuari, e ne cercava per avere una fonte di sostentamento per sé e per i suoi figli. Spesso, da quando si era separata, viveva con i due suoi ragazzini a casa dei genitori, pur risiedendo in una casa che le era stata regalata dal padre. Il suo rapporto col marito, un militare di due anni più giovane di lei - si dice in paese - era fallito perché la famiglia di lui non aveva mai approvato quel matrimonio. Gli investigatori ritengono avesse varie amicizie maschili, alcune anche «pericolose». Ed è su queste amicizie che ora - a quanto si sa - punteranno le indagini.
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