Florido: la Regione riconosce la centralità del tavolo che noi abbiamo istituito.
Elaborato un progetto di massima
Elaborato un progetto di massima per comprendere l'effettiva portata dei rischi derivanti dai possibili interventi da realizzare per il ripristino ambientale del mar Piccolo: è quanto definito nel corso della seconda sessione di studio promossa dalla Provincia di Taranto, svoltasi questa mattina in Prefettura e presieduta dal presidente della Provincia di Taranto Gianni Florido e dal prefetto di Taranto, Francesco Alecci.
Al tavolo, gli stessi interlocutori della prima riunione tenutasi, com'è noto, il 18 marzo scorso nel salone degli Stemmi, a Palazzo del governo. A confrontarsi sulle possibili misure di intervento, c'erano, tra gli altri, il rettore dell'università di Siena Silvano Focardi , il professor Lorenzo Liberti preside della facoltà di ingegneria del Politecnico di Bari sede di Taranto, i professori Luigi Lopez e Angelo Tursi dell'università di Bari, il professor Michele Scardi dell'università di Roma, il professor Antonello Paba dell'università di Sassari, Nicola Cardellicchio in rappresentanza del Cnr-Istituto talassografico di Taranto, i rappresentanti di Confcooperative-Federpesca, Agci Agrital, Legacoop, Capitaneria di Porto di Taranto. All'incontro ha partecipato anche il commissario prefettizio per il comune di Taranto, Tommaso Blonda.
Confermato, quindi, l'approccio multidisciplinare tenuto conto delle importanti ripercussioni che un tema del genere comporta sotto il profilo ambientale, economico e sociale. Condiviso da tutti i soggetti rappresentati al tavolo il documento finale elaborato al termine della prima sessione nel quale si legge, tra l'altro, in riferimento al mar Piccolo che "il non aver attivato, in passato, le necessarie misure di restauro ambientale non può giustificare, oggi, l'adozione di soluzioni superficiali ed affrettate: deve piuttosto suggerire meditata prudenza ed oculata cautela, indicando in via prioritaria misure correttive volte ad evitare ulteriori e più gravi insulti".
Ed è stato proprio questo il punto di partenza che ha caratterizzato i lavori di questa seconda giornata di studio che ha portato alla definizione di un progetto di massima per quanto riguarda l'analisi e la prevenzione dei rischi riferiti alle possibili misure di intervento. Un'analisi che tiene conto sia della fase statica - che cosa è successo, qual è la situazione attuale provocata dai sedimenti presenti in mar Piccolo – sia di quella dinamica che prende cioè in esame cosa accadrà quando si deciderà di intervenire.
Lo studio sarà presentato il 15 maggio prossimo nel corso della riunione che si terrà nel capoluogo ionico e convocata dal presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, in qualità di commissario straordinario per l'emergenza ambientale: "Approfondimento indagini biologiche nell'area del mar Piccolo", questo il tema che sarà preso in esame.
"La Regione Puglia, anche con questa sua prossima iniziativa – commenta il presidente della Provincia di Taranto – ha inteso ribadire la centralità del tavolo tecnico da noi istituito e che registra la presenza del prefetto di Taranto, il dottor Francesco Alecci, che insieme a noi sta guidando questo percorso di lavoro in un'ottica di massima condivisione possibile degli obiettivi da raggiungere. Con la riunione odierna, ci mettiamo definitivamente alle spalle una fase piuttosto difficile dove non sono mancate le incomprensioni. Abbiamo a disposizione 36 milioni di euro per il risanamento del mar Piccolo, vogliamo intervenire ma con piena cognizione di causa, senza danneggiare ulteriormente l'ecosistema marino e senza penalizzare le categorie produttive. Per questo, decisiva sarà l'analisi preventiva del rischio biologico dei sedimenti presenti in mar Piccolo sia in fase statica che dinamica".