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Rifiuti in Puglia, l'opposizione attacca Fitto, che si difende

Data: 20/11/2002 - Ora: 10:30
Categoria: Politica

Il comunicato è della Giunta della Regione Puglia sull'emergenza rifiuti nelle regione e sui provvedimenti adottati dal Presidente, nonchè Commissario straordinario per l'Ambiente, Raffeele Fitto: "Su alcuni organi di stampa è stata riportata, in questi giorni, la posizione assunta da alcuni esponenti del centrosinistra in merito alle più recenti iniziative del Commissario delegato tese a portare a soluzione l’emergenza rifiuti urbani in Puglia ed a fronteggiare, nelle more del completamento della realizzazione del sistema di impianti pubblici per il recupero e il riciclaggio dei rifiuti, le situazioni di crisi, scongiurando ogni possibile rischio di carattere igienico ambientale sul territorio regionale.
Nelle dichiarazioni rese dagli esponenti del centrosinistra, tra l’altro, si fa espresso riferimento a una supposta "gestione opaca e non trasparente" dell’emergenza a favore del "partito delle discariche".

In ordine a tale posizione e alle insinuazioni contenute nella stessa, si rende pertanto necessario ribadire ancora una volta la logica e il merito dei provvedimenti adottati, finalizzati a determinare, nel più breve tempo possibile, le condizioni di corretta gestione dei rifiuti urbani, orientata al recupero e riciclaggio degli stessi con l’assegnazione alle discariche di una funzione residuale e di soccorso, attribuendo il necessario ruolo alle autonomie locali associate in Autorità di gestione.
Gli obiettivi che è urgente conseguire sono: a) il superamento della gravissima emergenza che in alcuni bacini si sta determinando a seguito dell’ esaurimento delle discariche in esercizio attraverso l’ individuazione delle soluzioni idonee a garantire la tutela dell’ ambiente e della salute dei cittadini; b) l’ avvio degli interventi necessari per realizzare i nuovi sistemi di smaltimento e di gestione dei rifiuti.
L’attività commissariale si è resa necessaria, è bene ricordarlo, a seguito dell’inerzia delle amministrazioni interessate. La difficoltà di realizzare intese per la gestione ed individuare i siti per l’attività di smaltimento da parte delle amministrazioni interessate, ha imposto l’avvio delle procedure commissariali.
Entro 45 giorni dai provvedimenti commissariali i Comuni dei diversi bacini potranno rivedere le scelte operate dalla struttura individuando nuove localizzazioni. Qualora gli enti locali, come appare nel caso di Corigliano, non condividano le scelte commissariali, potranno provvedere d’intesa con le altre amministrazioni a localizzare nuovi impianti in siti che abbiano i requisiti tecnici richiesti.
Il modo migliore per favorire oscuri interessi ed assicurare il proliferare di gestioni poco chiare è appunto quello di lasciare le cose immutate. Per quanto più volte denunciato dalla magistratura è nell’immobilismo delle amministrazioni che si annidano e sviluppano gli interessi dell’ecomafia.
Oggi abbiamo avviato un percorso che senza lasciare alcun alibi agli interessi dei singoli, mira a realizzare il bene comune.
Perciò, se i consiglieri regionali che hanno sottoscritto il comunicato stampa del 14 novembre ed in particolare il consigliere Frisullo per quanto da Lui dichiarato con l’ intervento del 16 novembre, ritengono invece che vi siano elementi tali da far ritenere poco corretta o chiara l’ attività commissariale vorranno rendere edotta la magistratura competente.
A tal fine, ho segnalato ai Signori Procuratori di Bari e Lecce le circostanze sopra riferite, augurandomi che i consiglieri regionali vogliano fornire ogni utile informazione che comunque potranno rimettere anche alla struttura commissariale al fine della necessaria verifica tecnica.
Posso comunque confermare che i poteri speciali sono stati sempre utilizzati per garantire il superamento dello stato di emergenza, a seguito di puntuali verifiche tecniche, per come appresso si specifica, promuovendo l’azione responsabile delle amministrazioni locali e nel rispetto delle leggi.
Nel dettaglio in merito alle questioni sollevate si specifica quanto segue.
Il primo provvedimento adottato, nel quale viene definita compiutamente la strategia commissariale per il superamento dell’emergenza, è quello del completamento del piano regionale per la gestione dei rifiuti urbani, già adottato nel marzo 2001 e integrato con il decreto n. 296 del 30.9.2002 e con i successivi decreti del 29 ottobre 2002. Con tali ultimi atti si è provveduto, essenzialmente: - a ridefinire gli ambiti territoriali ottimali (ridotti dai diciotto iniziali ai quindici attuali), - a individuare, bacino per bacino, il sistema impiantistico a regime basato sulla selezione e biostabilizzazione dei rifiuti a valle della raccolta differenziata, sulla produzione del combustile da rifiuti e supportato dalla presenza di volumi di discarica per lo smaltimento delle quote residuali trattate, - a individuare, nelle aree ora servite esclusivamente da impianti di discarica privati, i siti ove realizzare i nuovi impianti pubblici di trattamento e smaltimento.
Nell’ambito di tale essenziale iniziativa si inserisce la questione della individuazione del sito di Corigliano d’Otranto, ove realizzare parte del sistema complesso di impianti a servizio del bacino LE2.
La circostanza che tale sito è inserito in un’area importante di approvvigionamento idrico è ben nota al Commissario delegato. Tanto è vero che la specifica scheda di individuazione esplicita che "la discarica risulta compatibile con gli indirizzi di tutela dell’ambito perché consente il ripristino dell’originario assetto morfologico dell’area degradata dall’attività estrattiva . Tuttavia ricadendo il sito nell’area di ricarica della falda idrica sotterranea, considerate le locali condizioni di vulnerabilità dell’acquifero carsico e il valore della risorsa, particolare attenzione dovrà porsi, in sede di progettazione dell’impianto, alla tutela dei corpi idrici sotterranei. Inoltre, si segnala la presenza sull’area NE della cava, di una condotta AQP interrata".
Tale specifico inserimento del sito individuato nell’area di approvvigionamento idrico, per la quale, peraltro, ad oggi non risulta alcun tipo di vincolo, non è risultato ostativo per la localizzazione dell’impianto di gestione dei rifiuti, a seguito dell’approfondito esame tecnico compiuto. In particolare la specifica conformazione geologica del sito (pietra leccese) e la circostanza che comunque nello stesso sono destinati non già i rifiuti tal quali ma esclusivamente i rifiuti residuali ai trattamenti di selezione e biostabilizzazione, garantisce pertanto l’idoneità tecnica del sito individuato. Inoltre, con tale intervento, come richiamato nella scheda tecnica, si può perseguire il risultato di colmare definitivamente l’area di cava individuata, già utilizzata in parte quale discarica controllata per rifiuti urbani, questa volta tal quali, con il risultato di assicurare nel tempo un effettivo recupero dell’area con il ripristino della situazione orografica originaria.
E’ bene, altresì, richiamare, per questo come per tutti gli altri nuovi siti individuati, la facoltà degli enti locali di modificare, entro termini fissati, le localizzazioni effettuate, pur sempre nel rispetto dei criteri tecnici a suo tempo indicati e seguiti dal Commissario delegato.
La fase successiva della strategia complessiva è stata quella di costituire per ciascuno dei quindici bacini di utenza, l’Autorità per la gestione dei rifiuti urbani, ricorrendo alla nomina dei commissari ad acta, nelle persone dei sindaci. Tale iniziativa è stata ritenuta necessaria sia per assicurare a regime la gestione unitaria per ambito territoriale ottimale dei rifiuti urbani, in attuazione della normativa comunitaria e nazionale di settore, sia per consentire agli enti locali di accedere alle provvidenze comunitarie per la realizzazione degli interventi strutturali in materia di gestione rifiuti, sia, ancora, per garantire al "sistema Puglia" l’accesso ad ulteriori quote di fondi comunitari vincolate alla premialità del POR Puglia 2000 – 2006.
L’ultimo passaggio necessario è stato quello di garantire comunque il corretto smaltimento di tutti i rifiuti urbani prodotti in Puglia, nelle more della realizzazione degli impianti di trattamento individuati, ivi compresa la produzione di CDR, mediante l’avvio delle procedure di evidenza pubblica da parte del Commissario stesso,.
Tali procedure, i cui atti risultano già tecnicamente definiti, saranno attivate non appena risulteranno decorsi i termini concessi agli enti locali (quarantacinque giorni) per le eventuali rilocalizzazioni degli impianti.
Il corretto smaltimento dei rifiuti urbani, nel periodo necessario per l’espletamento delle gare e per la realizzazione degli impianti, è stato assicurato mediante il ricorso all’utilizzazione degli impianti di discarica controllata già esistenti ed in esercizio sul territorio.
Le indicazioni contenute negli atti di approvazione per le discariche di Altamura e Nardò, sui quali è stata richiamata l’attenzione, prevedono l’esercizio di tali impianti solo "fino all’entrata in esercizio dell’impianto di titolarità pubblica", mentre l’indicazione delle volumetrie riportata negli atti è riferita soltanto alla capacità massima degli stessi così come prevista progettualmente.
Il Commissario delegato è stato richiamato anche in relazione alla celerità con la quale la sua struttura ha operato per la prosecuzione dell’esercizio di Nardò. In ordine a questo aspetto, è opportuno chiarire che i tempi seguiti dal Commissariato per le istruttorie sono strettamente connessi alle situazioni di crisi che si determinano sul territorio regionale, con un ruolo attivo di governo del territorio. La situazione dei diversi impianti, compreso quello di Nardò, è stata continuamente verificata dalla struttura commissariale, che dal novembre 2001 al giugno 2002 ha operato diversi sopralluoghi sull’area di impianto, finalizzati a monitorare la reale situazione del territorio in relazione alla capacità di gestire i propri rifiuti urbani. Nel caso specifico, per il bacino LE2, servito dagli impianti di Nardò e di Poggiardo, in assenza di provvedimenti urgenti si sarebbe determinata una situazione di crisi nel periodo di fine novembre – dicembre, a seguito del contemporaneo esaurimento dei volumi di discarica attrezzata in ambedue gli impianti.

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