Lo Shuttle riporta a casa oggi l'astronauta Thomas che per quattro mesi e mezzo si è occupato di aggiustare la Mir, la vecchia navicella europea che tante sperimentazioni spaziali ha portato a termine nel corso della sua attività. (MN)
Thomas è un astronauta, ma non fa parte dell'equipaggio dello Shuttle. Da quattro mesi e mezzo vive e lavora a bordo della Mir, settimo e ultimo ospite americano della stazione spaziale russa dal 1995, quando è iniziato il programma di collaborazione Mir-Shuttle. Il velivolo che ha lasciato oggi Cape Canaveral servirà a riportarlo indietro, ma fino a 24 ore prima il lancio è stato in forse, con comprensibile trepidazione di Thomas.
A provocare il nervosismo dell'astronauta, e a far temere un rinvio del volo, è stato un computer della Mir, le cui improvvise bizze hanno messo a rischio l'appuntamento con lo Shuttle. Ma alla fine tutto è tornato a posto e la missione STS-91, che durerà dieci giorni, è cominciata regolarmente.
Giovedì il Discovery aggancerà la Mir per il nono e ultimo rendez-vous con l'ormai obsoleta stazione, la cui permanenza nello spazio dopo 12 anni di onorato (e tempestoso) servizio si avvia alla conclusione. Dopo il trasferimento di Thomas a bordo dello Shuttle, i tre cosmonauti russi inizieranno ad abbassare gradualmente l'orbita della stazione, che dovrebbe essere abbandonata definitivamente l'anno prossimo.
A sostituirla sarà la Stazione Spaziale Internazionale, gioiello della collaborazione astronautica di 15 nazioni.
Il suo primo componente, un modulo di controllo di costruzione russa, dovrebbe partire, dopo numerosi rinvii, il 20 novembre di quest'anno. Ma il condizionale è d'obbligo: le ristrettezze finanziarie del governo russo hanno ritardato varie volte il completamento del modulo e se Mosca non riuscirà a fornire il quantitativo previsto di lanciatori la Nasa teme ulteriori dilazioni.