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Ria sulla vendita dell'ex convento dei Cassinesi

Data: 24/03/2004 - Ora: 09:48
Categoria: Politica

Il Tar di Lecce ha concesso con decreto presidenziale d’urgenza la sospensiva fino alla prima udienza utile (7 aprile) della vendita di alcuni dei sub - lotti dell’ex convento

«Sulla vicenda della vendita dell’ex convento dei Cassinesi, la Provincia ha sempre seguito un percorso improntato alla massima correttezza e trasparenza sin dalle prime fasi della procedura di vendita fino ad arrivare agli ultimi avvenimenti. Apprendiamo oggi che il Tar di Lecce ha concesso con decreto presidenziale d’urgenza la sospensiva fino alla prima udienza utile (7 aprile) della vendita di alcuni dei sub - lotti dell’ex convento e cioè il Circolo cittadino, la Società operaia e la Farmacia del cigno. Prendiamo atto di questa decisione che, è bene ricordarlo, è provvisoria in quanto adottata in mancanza di contraddittorio, come previsto dalla legge in casi di urgenza. E senza dubbio i tempi stretti del bando, l’apertura delle buste con le offerte era prevista il 2 aprile, hanno imposto questo provvedimento che, va precisato, non pregiudica la prosecuzione delle procedure di gara per tutti gli altri immobili in vendita (i restanti 17 sub – lotti dei Cassinesi, il palazzo della Questura, la caserma dei vigili del fuoco di Lecce, l’archivio di Stato di Lecce, l’ex caserma dei Vigili del fuoco di Gallipoli, l’ex mercato dei fiori di Trepuzzi). Prendiamo anche atto che la disponibilità manifestata in diverse occasioni dalla Provincia, come nel caso della decisione di procedere al frazionamento dei Cassinesi in singoli lotti e di prorogare il termine di scadenza del bando, non è stata presa in considerazione da chi pure aveva caldeggiato "una proficua collaborazione" tra le parti. A questo punto attendiamo l’esito del contenzioso. Siamo fiduciosi che alla fine prevarrà il sostanziale intento della Provincia di salvaguardare l’interesse pubblico a non disperdere importanti risorse su immobili poco redditizi e con elevati costi di manutenzione. E ciò assume ancora più valore se rapportato al puro interesse patrimoniale perseguito dai singoli utilizzatori dei locali, il cui principale obiettivo sembra essere quello di continuare a mantenere in vita pluriennali contenziosi o di continuare a corrispondere alla Provincia canoni irrisori rispetto al mercato di riferimento. Nel primo caso ci riferiamo al Circolo cittadino che non paga l’affitto dal 1989; agli eredi del signor Luigi Indraccolo che non pagano l’affitto dal 1988 (studio professionale); agli eredi della signora Giovanna Viva che non pagano dal 1994 (abitazione); alla signora Laura Conte che deve alla Provincia 33.392,95 euro più le spese di registrazione (centro estetico); alla signora Carmen Cisternino che deve alla Provincia 5972,41 euro più le spese di registrazione (gioielleria); alla Lazzaretti sas che deve 9435,30 euro ( negozio di abbigliamento); alla signora Anna Martina (Farmacia del cigno) che solo recentemente ha concordato una complessa transazione con la Provincia. Nel secondo caso parliamo dei canoni dovuti per il 2004 dal signor Luigi Indraccolo – eredi (541,98 euro ), dal Circolo cittadino (2.646,35), da Giovanna Viva – eredi (812,96), da Bianca di Goffredo Bianca & C. (9.490,45), dai Fratelli Greco snc (13.948,22), da Laura Conte (10.248,70), da Carmen Cisternino (4.882,66), da Carmelo Leone (2.644,30), da Bianca di Goffredo Bianca & C. (11.652,75), da Bianca di Goffredo Bianca & C. (10.137,38), da Katzenberger (4.851,93), da Anna Martina (7.897,92), da Luisa Spagnoli (13.641,96), da Bianca di Goffredo Bianca & C. (9.001,58), da Annunziata Giangreco (5.303,90), dalla Società operaia di mutuo soccorso (0,06), Lazzaretti sas (4.882,67). Va precisato che tali importi sono il risultato di molteplici transazioni avvenute a partire dalla fine degli anni ’80 in seguito a contenziosi per morosità o ad intimazioni di sfratto per finita locazione. Laddove, invece, la stipulazione del contratto è avvenuta in tempi più recenti si è stabilito un congruo canone, come nel caso del Tar Puglia che dal 2001 ha in locazione alcuni uffici per un canone annuo di 25.799,85 euro. Casi a parte sono il Comitato italiano Unicef che corrisponde all’anno 4.678,13 euro perché beneficia delle agevolazioni previste dal regolamento provinciale per la concessione di benefici economici a soggetti pubblici e privati e la Camera di commercio che, in base ad un protocollo d’intesa con la Provincia per la promozione delle produzioni artigianali salentine, utilizza in comodato alcuni locali destinati a mostra permanente dell’artigianato con l’onere di provvedere alla loro ristrutturazione. Non bisogna dimenticare, infine, che anche i conduttori degli altri immobili messi in vendita dalla Provincia presentano una grave situazione debitoria nei confronti dell’ente. Il Ministero dell’Interno, infatti, deve per la sede della Questura di Lecce la somma totale di 730.453,32 euro (con morosità risalenti al 1995) e per la caserma dei Vigili del fuoco di Lecce la somma di 23.877,10 euro, mentre il Ministero per i Beni e le attività culturali deve ancora per l’affitto riferito all’anno 2003 della sede dell’Archivio di Stato di Lecce 27.212,89 euro».

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