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Rettifiche di legge alla proposta sulle bruciature di stoppie in Puglia

Data: 14/11/2001 - Ora: 13:06
Categoria: Economia

Rettifiche ed integrazioni alla proposta di legge del gruppo consiliare PPI alla Regione in materia di bruciatura delle stoppie sul territorio pugliese, sono state illustrate in una conferenza stampa dal capogruppo Pietro Pepe e dal consigliere Enzo Russo. "Abbiamo innanzitutto attenuato il divieto totale di accendere stoppie, limitandolo in assoluto al periodo dell’anno a più alto rischio di incendi, dal 1 giugno al 30 settembre - ha spiegato Pepe – e venendo così incontro alle esigenze rappresentate in sede di audizione in quarta commissione consiliare dai rappresentanti del Corpo Forestale, delle università, degli agronomi e delle associazioni agricole e ambientalistiche".

"Le leggi si fanno con il consenso, con la partecipazione – ha sottolineato il capogruppo PPI – altrimenti rischiano di restare astratte. Con il suo ‘no’ deciso alla bruciatura delle stoppie, la nostra prima iniziativa legislativa, presentata il 19 settembre scorso, ha voluto attirare l’attenzione sul problema degli incendi. Una provocazione riuscita, visto che tutti hanno concordato nel ritenere superata la legge regionale vigente in materia, la n. 15, di cui viene richiesta l’abrogazione". Negli altri periodi dell’anno si potrà quindi procedere all’accensione delle stoppie, naturalmente, a condizione di isolare il terreno con una ‘precesa’, un fascia di rispetto larga non meno di dieci metri davanti a proprietà pubbliche e private e 200 metri a protezione di aree boschive. Considerato il periodo di ‘fermo’ dei roghi e visto che l’accensione è sempre vietata nelle aree protette, viene salvaguardata buona parte del territorio regionale. "Con le nostre proposte – ha continuato Pepe - non abbiamo mai inteso criminalizzare gli agricoltori, anzi, li riteniamo direttamente impegnati nella tutela delle nostre aree, al punto di aver previsto incentivi a favore dei coltivatori che vorranno adottare volontariamente il ‘sovescio’, interrando paglie e radici per azotare il terreno, preparandolo alla nuova semina". "A compenso dell’aratura supplementare – ha precisato il consigliere Enzo Russo – abbiamo stabilito un contributo di 100 euro per ettaro (circa 200mila lire), a favore di quanti vorranno assoggettarsi a questa pratica coltura che presuppone un oggettivo aggravio di spese". La proposta di legge, hanno anticipato i rappresentati del PPI, è aperta ad un ampio confronto e ad eventuali emendamenti, fatti salvi alcuni punti fondamentali, che intendono salvaguardare l’ambiente, scongiurare l’impatto negativo sull’equilibrio idrogeologico e prevenendo gli incendi nelle aree boschive e colturali, dannosi per le attività economiche di agricoltori e allevatori. Restano, perciò, le sanzioni da 3 a 20 milioni per l’inosservanza, a parte le ulteriori responsabilità per danni causati dal fuoco.

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