Interessante l'intervento del prof. Alessandro Laporta, docente di Storia della stampa e dell'editoria, che attraverso un esperimento di ricerca non solo archivistica e bibliografica, ma anche artistica, ha dimostrato come si può ricostruire la storia della città di Lecce. La relazione del prof. Laporta da lui stesso definita un "esperimento" ha portato alla scoperta di un nuovo modo di fare ricerca, attraverso la concertazione di più fonti, non solo archivistiche ma anche bibliografiche e artistiche. Proprio in questi ultimi mesi e' riaffiorata tutta una serie di documenti dimenticati all'interno del palazzo dei Celestini, che hanno fatto fare alla biblioteca provinciale un grande salto di qualità. Il materiale ingente e molto interessante contiene la storia del giornalismo salentino degli ultimi 50 anni. I "faldoni archivistici" contenevano riviste numeri unici e giornali di Lecce e della Provincia di inestimabile valore. (AC)

L'analisi del prof. Laporta parte dallo studio del primo tipografo di Lecce, Pietro Nicheli, che nativo della Francia si trasferisce nella piccola Lecce per cominciare la sua attivitàL; nel 1632 pubblica il "Tancredi" di Ascanio Grandi, un poema epico che fu allora un vero best seller. L'anno successivo pubblicò la "Lecce Sacra", una particolare opera storica che si rifaceva alla più famosa "Napoli Sacra" pubblicata dieci anni prima dal Genio Caracciolo; opere queste "vaghe, utili, fantasiose", ma molto esaustive riguardo alla vita e alla storia della città: dissertavano della storia dei cimiteri delle bibliografie dei personaggi più illustri della città.
Un appoggio documentale, ma anche bibliografico, quindi che attribuisce all'opera un alto valore storico: "è storia".
Non solo si trae dallo studio di questi testi la fortuna che può avere un buon "titolo", infatti negli anni successivi, ma anche nell'800 si sono susseguiti un aserie di "copie" di quel grande successo letterario che era stata la "Napoli Sacra": "L'italia sacra", "La sicilia sacra" fino a giungere alla più recente "Manduria sacra", "Laterza sacra" e "Galatone sacra". Nasce il genere librario in epoca barocca, e tali fonti si rivelano fondamentali per la storia della città. Un esempio apportato dal prof. Laporta è quello della Chiesa del Carmine a Lecce che al suo interno ospita due cappelle: la cappella dell'"Annunziata" appartenente al sign. Gugliotta, e la cappella del sign. Nettola. All'interno della cappella dell' "Annunziata" si puo' ammirare un dipinto di Giovanni Serio Strafella di Copertino. Attraverso poi la consultazione del secondo volume dell'opera "Copertino si è risalita anche all'identificazione del sign Gugliotta che fino ad oggi era uno sconosciuto; questo grazie alla ricostruzione concertata tra il ritrovamento del dipinto appartenenete ad un copertinese e la consultazione di un opera di ricerca sulla città di Copertino. Ecco come la fonte bibliografica insieme con la fonte archivistica e, in questo caso fortunato, anche con l'ausilio del manufatto artistico, può aggiungere un importante tassello alla ricostruzione storica della nostra terra. (AC)