Consiglieri regionali chiamati a riscrivere le regole di un nuovo modello di Regione. "Un ruolo fondamentale che segnerà la storia di questa istituzione", ha detto Mario De Cristofaro, presidente dell’Assemblea regionale nella relazione introduttiva dei lavori del Consiglio monotematico. All’ordine del giorno la relazione della Commissione per gli affari istituzionali sulle "linee di indirizzo per la redazione dello statuto regionale". Una relazione letta in aula dal presidente della commissione, Alberto Tedesco. Quello che emerge, anche dagli interventi degli altri consiglieri sia di governo che di opposizione (13 complessivamente), è un estremo bisogno di "avviare una nuova stagione della democrazia diretta, che non si esaurisca nell’unico momento delle scelte elettorali".

Una riflessione sui vizi e sui difetti che hanno segnato le prime legislature: "radiografando l’evoluzione del nostro spaccato normativo, ridondante di leggi di spesa, costellato da una microlegislazione ossessiva, povero di norme di struttura e progressivamente atrofizzatosi, sino alla sterilità degli anni più recenti". Questo il senso dell’attacco al passato che Tedesco, ma anche altri. hanno sottolineato: "un enorme bisogno di rompere la continuità di un sistema che non è più lo stesso, sia dal punto di vista delle nuove regole sia da quello, non meno rilevante, dei nuovi processi che lo attraversano e lo plasmano ogni giorno di più". Il dibattito sulle nuove regole ha messo in campo per cominciare "la forma di governo". Una modifica non marginale che riguarda l’elezione diretta del presidente della giunta con la facoltà connessa di nominare e revocare gli assessori. In tal senso, però, spetta alla Regioni attraverso gli statuti, la disciplina definitiva sull’argomento, tenendo conto dell’uniformità del quadro di riferimento istituzionale, dell’efficacia delle diverse soluzioni a confronto, del necessario mosaico da costruire e dei diversi soggetti investiti della funzione di rappresentanza. "Si tratta - ha spiegato Tedesco - di immaginare una lineare riformulazione di funzioni che partendo dalla ridefinizione del ruolo del presidente della Regione e dell’esecutivo, sappia valorizzare il Consiglio regionale, definendone ambiti, confini e limiti". La seconda questione riguarda il ruolo della Regione in rapporto alla più complessiva riforma amministrativa che, pur faticosamente sta prendendo piede nel Paese. E proprio su questa lunghezza d’onda la relazione del presidente Fitto: "Abbiamo bisogno di uno statuto che risponda alle nuove esigenze - ha detto - uno strumento al passo coi tempi che sia l’espressione del consenso di tutto il Consiglio. Quanto più lo statuto risponderà alle esigenze di tutti, evitando di soffocare o di minimizzare gli apporti delle diversità che rappresentano la nostra regione, tanto meno potranno consolidarsi gli aneliti secessionistici che, rischiano di apparire anacronistici e di risultare dannosi per gli interessi più autentici e concreti dell’intera popolazione pugliese". La commissione statuto lavorerà la prima fase di approfondimento e di definizione generale della materia organizzata in quattro gruppi e in altrettante aree tematiche e per un periodo di tempo non superiore ad un mese. Contestualmente sarà istituito l’Osservatorio permanente della comunità pugliese, composto da soggetti istituzionali, sociali e regionali, con la funzione di concorrere attivamente al processo di formazione dello statuto regionale. "Ho personalmente interessato i rettori degli atenei di Bari, Lecce Foggia e del Politecnico di Bari" - ha detto Tedesco. Nel frattempo si celebra il trentennale dello statuto vigente, "per l’occasione saranno organizzate manifestazioni con le primarie responsabilità dei presidenti e dell’ufficio di presidenza del consiglio regionale - ha concluso Alberto Tedesco - che costituiranno un importante momento di riflessione per l’intera comunità regionale".