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Data: 14/01/2003 - Ora: 09:44
Categoria:
Politica
''Purtroppo - afferma Pepe - a meta' legislatura il Piano non e' ancora venuto alla luce ed e' difficile per il mondo socio-economico e produttivo capire in quale direzione la Puglia intende muoversi, ne' lo stesso puo' essere sostituito dal Programma Operativo Regionale (POR) che e' di per se' parziale e non complessivo''. Pepe teme, quindi, ''che si profili all' orizzonte un altro rinvio per gli effetti della finanziaria 2003, nonche' per l' iter di riforma costituzionale gia' avviato con la devoluzione alle Regioni di competenze esclusive in materia di sanita', scuola e di pubblica sicurezza''. Secondo Pepe, ''sia da parte della maggioranza che della opposizione, vi e' la consapevolezza di una situazione economica ed istituzionale complessa e difficile, tanto a livello nazionale che europeo'', e, considerando la congiuntura nazionale e quella regionale,''a nulla puo' servire il contributo tanto atteso della legge Finanziaria 2003 alla soluzione dei problemi strutturali dell' economia pugliese in quanto si tratta di interventi di natura temporanea o 'una tantum' (concordato o condoni fiscali) che non risolvono in maniera organica i nodi della finanza pubblica e li rinviano al 2004''. Per Pepe ''la finanziaria 2003 non da' risposte adeguate ai problemi del Mezzogiorno: e' una legge che inganna in quanto cio' che da' con una mano, toglie, raddoppiato, con l' altra. Tutto fa, tranne che garantire rigore e sviluppo!''. ''La sofferenza del Sud - continua la nota - e' dovuta alla mancanza di un progetto strategico che sappia immaginare la centralita' dell' innovazione quale unica via per combattere il sottosviluppo''. Un progetto che, afferma Pepe manca anche alla Regione Puglia che si e' limitata a fare ''le nomine dei responsabili in alcuni Enti Strumentali e di Eccellenza (Tecnopolis • Finpuglia - Sviluppo Italia • AQP • ex ASI)'': se la politica ''non riesce a disegnare un indirizzo strategico complessivo per lo sviluppo della Puglia, su quali direttive si devono muovere questi Enti?'' si chiede quindi Pepe. Nella nota, quindi, il portavoce della Margherita esamina e critica tutti vari punti della politica di riforme del centrodestra e in particolare della devolution e annuncia che ''su questi temi alzeremo le barricate sia a tutela dell' unita' nazionale, che per richiedere l' assoluta priorita' della riforma del titolo V della Costituzione, verificando con serieta' la compatibilita' tra il federalismo fiscale e il debito pubblico''. Secondo Pepe, infine, dalla politica del governo emerge un quadro non easaltante ''che puo' sfociare in una grave crisi'' e per questo - afferma - bisogna reagire ed incalzare il governo di centrodestra per spingerlo ad uscire da una cultura emergenziale, per darsi nuove regole attraverso l' approvazione dello Statuto, superando la vecchia politica assistenziale e adottando, con urgenza, un serio Piano di Sviluppo''.
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