La Corte di Cassazione ha dato il via libera al Referendum antiproporzionale per quanto riguarda la legittimità delle firme. L'Ufficio centrale per i referendum presso la Corte di Cassazione, presieduto da Franco Bile, ha dato formalmente il via libera al referendum per l'abolizione della quota proporzionale per quanto riguarda la legittimita' delle firme raccolte dal Comitato Promotore. Le firme valide, anche se il dato non e' ancora ufficiale, dovrebbero essere 620.000, ben superiori alle 500.000 necessarie per chiedere lo svolgimento della consultazione. (MN)

Nell'ordinanza si dichiara che ''la richiesta di referendum per l'abrogazione di talune disposizioni del testo unico delle leggi recanti norme per l'elezione della Camera dei Deputati e' conforme alla legge''. La Cassazione inoltre dispone che il quesito referendario pubblicato nella Gazzetta Ufficiale sia cosi' riformulato in riferimento all'articolo 25 della legge elettorale: ''art. 25, comma 1, limitatamente alle parole 'e all'articolo 20', nonche' alle parole 'o della lista'; ultimo comma, limitatamente alle parole 'e di lista', alle parole 'e delle liste dei candidati', alle parole 'e di lista', nonche' alle parole 'e delle liste'''. Viene stabilita inoltre la denominazione del referendum che sara': ''elezione della Camera dei Deputati: abolizione del voto di lista per l'attribuzione con metodo proporzionale del 25% dei seggi''.
Oggi, la legge elettorale prevede il 75% di quota maggioritaria e il 25% di quota proporzionale. Il referendum riduce la seconda a zero. La vigente legge elettorale per la Camera dispone: 1) l'elezione del 75 per cento dei deputati in 475 collegi uninominali e la distribuzione del restante 25 per cento di seggi tra le liste proporzionali, previo scomputo di una quota variabile dei voti ottenuti nei collegi uninominali dai candidati eletti e ad esse collegati. Qualora una lista, esauriti i propri candidati, abbia diritto ad altri seggi, sono recuperati i candidati uninominali ad essa collegati, nell'ambito della circoscrizione, e risultati non eletti nel rispettivo collegio, secondo l'ordine delle rispettive cifre individuali (art. 77, comma 1, numero 3) e 4)).
La cifra individuale corrisponde alla percentuale di voti conseguita dal candidato nel collegio uninominale; 2) il divieto di candidature indipendenti, dovendo i candidati uninominali essere collegati, a pena di nullità della candidatura, con una lista proporzionale.