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Recuperare il significato della vita testimoniando la carità: i diritti umani nell'esempio di Don Tonino Bello

Data: 22/12/2008 - Ora: 09:47
Categoria: Cultura

Si è tenuto ad Alessano, nei gironi scorsi, un meeting tematico intitolato "I diritti umani nella testimonianza di Don Tonino Bello"

L'evento, realizzato alla vigilia della 60^ Giornata mondiale per i Diritti Umani, ha messo a fuoco lo scenario della società complessa, derivando dall'esempio di vita dell'ex vescovo di Molfetta validi obiettivi-bussola, utili a superare le sfide quotidiane della globalizzazione. Erano presenti, tra gli altri, mons. Luigi BETAZZI, Vescovo emerito di Ivrea; Raffaele LUISE, giornalista Rai e vaticanista; Giancarlo PICCINNI, vice presidente della Fondazione Don Tonino Bello; Luigi Nicolardi, Sindaco di Alessano; don Salvatore Leopizzi, autore del libro " Don Tonino Bello, croce e fisarmonica".

La figura di don Tonino è stata inquadrata come dimostrazione di una missione etica, animata dalla volontà di perseguire una società nuova, nel rispetto dei diritti civili:i convenuti hanno elaborato l'immagine di un "cenacolo culturale e umano di resistenza pacifica", capace di neutralizzare le tentazioni di sfiducia e disperazione, in vista della partecipazione responsabile alle sfide contemporanee. Il promotore della marcia sulle rovine di Sarajevo realizza un modello ammirevole di cenacolo della spiritualità: questi, dagli anni Sessanta, ha arricchito la cultura italiana, nel solco dei contributi di Giorgio La Pira, Lorenzo Milani, David Maria Turoldo; la biografia dell'ex Presidente di Pax Christi, peraltro, riflette un'idea di informazione intesa come comunicazione performativa, cioè idonea ad agire sulle coscienze, per formare il corpo sociale, dando la parola a chi non ha voce. Per il vaticanista Raffaele Lise, peraltro, "noi dobbiamo attingere a quella straordinaria unione di uomo semplice di vescovo povero", in quanto radice di empatia e simpatia verso il prossimo". Siffatta semplicità è stata paragonata a quella di Francesco d'Assisi, trattandosi di un servitore degli umili, in grado di "impiantarsi il cuore dei poveri e di indossare la camicia del misero". Parimenti, per il giornalista romano sono tre le testimonianze che attualizzano la presenza del pensiero in disamina:convivialità dell'esistenza, nel rispetto della diversità; relatività culturale e religiosa, colta come identità aperta al dialogo con la diversità e senza gerarchie; spirito di servizio, identificato dal "grembiule", manifestazione di chiesa domestica orientata al fare, con l' accoglienza ed il sostegno per i bisognosi. Il Dott. Piccinni, Vice presidente dalla Fondazione promotrice del meeting, ha riportato gli scenari valoriali internazionali, in relazione al discorso pronunciato dal Pontefice, nella Sede ONU, il 18 aprile scorso. L'excursus si è basato sulla tutela della vita, guardando alla riscoperta dell'autentica immagine di unità familiare, in rapporto ad un modello di pace e perdono. Occorre, infatti, incrementare il principio di salvaguardia delle popolazioni dalle violazioni dei diritti, per prevenire i conflitti, annullando le disuguaglianze in un clima di sicurezza sostanziale. Nel richiamo alla Carta dei Diritti ONU, mons. Bettazzi ha ritrovato una versione cosmopolita dei valori diffusi nell'opera di don Bello che, al servizio dei deboli, è riuscito a mutare l'utopia in eutopia, convertendo i sogni in "buon-luogo" di un'umanità senza confini, dove ricchi e poveri sperimentano la felicità, nella pari dignità.

Autore: Paolo Palomba

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