Lettera aperta al sindaco per l'attribuzione della bandiera nera
Riceviamo e pubblichiamo la lettera scritta dal Presidente nazionale di Legambiente Ermete Realacci al sindaco di Porto Cesareo: "Stupisce il candore con il quale l’Amministrazione Comunale di Porto Cesareo si dice sorpresa ed offesa per la Bandiera nera attribuitagli da Legambiente. Sorpresa che sarebbe comprensibile solo se, negli anni, i volontari di Legambiente non avessero puntualmente segnalato, in alcuni casi anche con il ricorso alla magistratura, gli spregiudicati tentativi di ridurre il territorio del Comune ad un vero e proprio far west. I sospetti di cospirazioni politiche (sic!) avanzate sulla stampa non sono altro che maldestri tentativi di esentarsi da ogni responsabilità.
Forse è il caso di rinfrescare la labile memoria del Comune di Porto Cesareo rammentando ai suoi amministratori alcuni dei fatti, non certo meritori, che vedono vittima proprio l’ambiente verso il quale solo a parole, e solo dopo lo scossone di una bandiera nera, si dichiara attenzione, sensibilità, cura.
Sulla Strea è stata autorizzata la costruzione di una darsena, in un tratto di mare da sempre zona di ripopolamento ittico. Prova ne sia che persino i pescatori in quella zona si autoimponevano il fermo biologico. A ciò si aggiunga che la zona in questione è clamorosamente all’interno dell’area protetta marina, anzi proprio a ridosso della zona di tutela integrale. Quello stesso parco marino di cui l’amministrazione si fregia come fiore all’occhiello, ma che viene trattato peggio di una villa comunale se è possibile addirittura costruire un molo al suo interno senza chiederne l’autorizzazione all’ente gestore e in spregio di quanto prescritto dalla Soprintendenza. Chi ha avuto l’idea, sfidando il ridicolo, di trasformare in una sorta di Palm Beach paesana il tratto di costa di fronte alla penisola della Strea? E a chi si deve la trovata di ancorare solidamente con cemento un pontile che si voleva galleggiante? A tutto questo comunque ci sta già pensando la magistratura e per questo bene ha fatto il Comune di Porto Cesareo a dotarsi di un discreto amministrativista. Speriamo che le tasche dei cittadini non ne risentano.
Del tutto ultronea, poi, è la discussione relativa ai territori interclusi, già ampiamente discussa sui giornali nazionali mesi fa e presa di mira da trasmissioni televisive, anche comiche, per la buona dose di assurdo surrealismo amministrativo.
L’elenco delle nefandezze ambientali che si consumano sul territorio di Porto Cesareo può diventare infinito come già sottolineato dal locale Circolo di Legambiente. Invitiamo il Sindaco di Porto Cesareo a verificare quante richieste d’intervento sono state avanzate dai rappresentanti locali dell’Associazione a tutela del territorio.
Non è certo gridando al complotto politico che si risolvono i tanti problemi del territorio, ogni anno sollevati da Legambiente, ma puntualmente ignorati e irrisolti. Dare una svolta al modo di amministrare il territorio è possibile e sin da ora Legambiente esprime la propria disponibilità a collaborare con tutti mezzi. Ma il rilancio di Porto Cesareo passa per un programma serio di lotta agli abusi e all’illegalità, per un’iniziativa che parta dalla risorsa parco e non dalla sua mortificazione, da un serio momento di autocritica e di riflessione. Tutto il resto, siano statue, dichiarazioni enfatiche di amministratori, avvocati o volti noti, è chiacchiera.
E’ vero che il territorio e i modi di fare potrebbero trarre in inganno, ma le sfide da far west lanciate dal sindaco non meritano di essere raccolte. Alle sue domande su dove siano i vari Coppola, Manna, Venneri, Realacci, noi rispondiamo: siamo qui. Ma a margine ci sia concessa una domanda di rimando: dov’eravate voi quando noi abbiamo denunciato questi scempi?"
Il Presidente Nazionale di Legambiente
Ermete Realacci