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Raffaele Nigro presenta Malvarosa a Gallipoli

Data: 29/08/2005 - Ora: 09:01
Categoria: Cultura

Malvarosa" (Rizzoli) ha vinto il Premio Internazionale Flaiano 2005 ed è un grande affresco sul tema delle identità e della memoria nella tempesta delle stagioni di passaggio

Lunedì 29 agosto alle ore 21, l'ass. cult. Verbamanent, in collaborazione con l'ass. allo spettacolo del Comune di Sannicola e la libreria Kube di Gallipoli, presenta "Malvarosa", romanzo di Raffaele Nigro. L'incontro rientra in "Notturni d'autore", rassegna di scrittori e scritture organizzata da Verbamanent nell'ambito dei Presidi del Libro. Alla serata interverranno Raffaele Nigro, Antonio Errico, Maddalena Castegnaro. Michele Bovino curerà la lettura di alcuni brani del libro, su musiche originali di Enrico Rapinese. Nello spazio arte della libreria saranno esposte le tele di Fabio de Donno e Sergio Mirabile. "Malvarosa" (Rizzoli) ha vinto il Premio Internazionale Flaiano 2005 ed è un grande affresco sul tema delle identità e della memoria nella tempesta delle stagioni di passaggio. Un romanzo che si apre nella cella di una prigione algerina. Il protagonista-voce narrante è Eustachio Petrocelli, prigioniero in un torrione di avvistamento dopo essere stato rapito dagli integralisti algerini insieme al giornalista tunisino El Houssi, col quale sta conducendo una "campagna" di scavi archeologici a Tagaste, al confine tra Algeria e Tunisia settentrionale. La prigionia diventa l'occasione per un racconto di sé, una sorta di gratuita seduta psicanalitica in cui il protagonista scopre i punti rimossi della sua esistenza. Nel buio della cella, infatti, Eustà racconta della sua terra, Metaponto, della varia umanità di amici, donne, santi e farabutti: un bestiario vivido ed esilarante che gli ruota attorno. Vince su tutti la sua famiglia, perennemente in subbuglio e agitata dal bigottismo di mamma Cettina che riempie la casa di Madonne e snocciola rosari; dalle stravaganze di zia Sinforosa che si lava solo nello Jonio per paura di annegare nella vasca da bagno; dalle imprecazioni di nonno Fedele che dalla sua sedia a rotelle inveisce contro il mondo, mentre ricorda nostalgicamente il Ventennio fascista. Quella di Eustachio è una vita movimentata, soprattutto per il suo olfatto prodigioso capace di individuare odori impalpabili e finissimi. E' addirittura ossessionato dalle esalazioni del sangue e dei cadaveri dimenticati sotto cumuli di terra, quelli antichi del mondo magnogreco, quelli recenti della delinquenza organizzata. Con l'amico Renato, detto Che Guevara, decide di sfruttare la sua strana dote mettendosi alla ricerca di antiche necropoli da saccheggiare. Ma non sono i soli a essere impegnati in questa attività. Presto si troveranno coinvolti in una guerra fra bande subdola e spietata. Al grido di "Cantami o diva del peloso Achille" il ruvido Mascipinto guida un'immaginaria fazione dei greci contro Eustà che diventa Ettore e i loro scontri danno vita a una privatissima Iliade che occupa le terre tra Taranto e Cosenza. Nel buio della prigione algerina si confrontano senza indulgenza l'anima cristiana e quella islamica di un Mediterraneo che è "un accumulo di culture, come un muro tappezzato di manifesti, sovrapposti e scrostati". Eustachio, come tutti gli occidentali, è affetto dal "pensiero debole". A differenza di lui, tombarolo senza ideali, assoldato da un noto archeologo per usare i suoi poteri sensitivi a fin di bene, il suo amico El Houssi insegue un progetto: raccontare il Mediterraneo, la vita e le tradizioni dei luoghi e le consonanze tra le culture dell'Europa e del Maghreb. Convinto che prima delle crociate e prima dell'Islam ci sia stata una profonda unità politica e culturale in tutto il Mediterraneo, vorrebbe ricrearla, per frenare le guerre, gli odii, il terrorismo. Anche se sa che è un'utopia. Nigro ha precisato che a lui non interessa parlare del Sud, ma dell'uomo in quanto uomo, a qualunque latitudine si trovi, e se ambienta le sue storie tra Lucania, Calabria, Puglia lo fa solo perché quelli sono i luoghi che meglio conosce e meglio sa rappresentare. Mentre ne "I fuochi del Basento" aveva inteso imprimere alla sua prosa un effetto-tumulto mutuando la struttura "a pieni e vuoti" tipica dei proverbi, in "Malvarosa" ha voluto ricreare la consunzione e la morte di un mondo attraverso l'olfatto, puntando su sinestesie ben note ai simbolisti francesi. Così la sua scrittura assume i colori del barocco mediterraneo, l'odore delle zagare che si disfano e dei sudari, del sangue dei macelli; anche se lo sconquasso si mescola continuamente al divertimento. Con "Malvarosa" Nigro si conferma scrittore sagace, abile nel tracciare un ritratto impietoso e ironico di un Meridione che va mutando nonostante il malaffare e la disoccupazione e che vive una difficile stagione di crescita dalle memorie contadine di Carlo Levi a una esaltante fuga verso la modernità. Un Sud che si arrabatta, ma non mola la presa e sa mantenere nonostante tutto la sua autentica umanità. E questo romanzo è pienamente mediterraneo, mettendo in risalto il sovrapporsi e confondersi di culture, il gioco dei caratteri e la varietà dei tipi umani delle due sponde. Il Mediterraneo è un ponte d'acqua tra arabi e cristiani, un paese di olivi. E di deserti. Non un mare di scontri ma di incontri. Raffaele Nigro vive e lavora a Bari, dove è caporedattore Rai. Ha scritto: "I fuochi del Basento" (Premio Supercampiello 1987), "Ombre sull'Ofanto" (Premio Grinzane Cavour 1992), "Diario Mediterraneo" (Premio Cesare Pavese 2000).

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