Le aziende multate sono 1.115
Torna lo stato di agitazione tra gli allevatori pugliesi ancora una volta pesantemente multati per avere superato la quota di produzione del latte loro assegnata per il 2002-2003. Complessivamente le aziende pugliesi dovranno pagare multe per oltre 19 milioni di euro all’ Agea (l’agenzia per le erogazioni in agricoltura ex Aima): un importo che pone la regione al quarto posto in Italia dopo la Lombardia (che ha avuto il maggior prelievo con più di 89 milioni di euro) il Piemonte e il Veneto.
Le aziende multate sono 1.115, quasi un terzo di tutte quelle della regione, ma al momento non hanno alcuna intenzione di ottemperare al pagamento della multa la cui scadenza è il 31 agosto prossimo. Così mentre - come nel resto d’ Italia - sono già centinaia i ricorsi presentati ai Tribunali di tutta la regione per chiedere la sospensione dei provvedimenti, le associazioni di categoria si stanno mobilitando.
Il Cospa Puglia - il sindacato di base degli allevatori che in passato ha dato vita ad animate manifestazioni nazionali proprio sulla questione delle quote latte - ha tenuto una affollatissima assemblea a Noci alla quale hanno partecipato centinaia di allevatori provenienti dalle province di Bari, Brindisi e Taranto, esponenti sindacali e delle associazioni di categoria.
Gli allevatori contestano in generale la legittimità del principio delle quote che, dicono, vengono comunicate sempre in ritardo. Protestano, tra l’altro, perchè quest’ anno le multe sono state assegnate senza che fosse applicato il principio della compensazione (che consente di ridurre le quote di esubero compensandole appunto con la mancata produzioni di altre aree).
Definiscono «truffaldina» la gestione delle quote latte da parte dell’Agea «come ha dichiarato la commissione d’ indagine governativa del 1997». Sostengono, inoltre, che «per la stima delle produzioni non vengono utilizzati dati certi e veritieri: ad esempio ci sono allevatori che «denunciano per ogni capo produzioni di gran lunga superiori alla media produttiva nazionale». Il Cospa, infine, denuncia ancora una volta il mancato funzionamento dell’ anagrafe bovina che «ancora oggi non è in grado di contare le vacche».
Gli allevatori, forti dei primi provvedimenti di sospensiva che stanno arrivando dai Tribunali pugliesi continueranno la loro battaglia e annunciano a breve manifestazioni ed altre azioni di protesta.