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Data: 31/01/2007 - Ora: 11:37
Categoria:
Politica
"Sul conflitto d’interessi un metodo che vincola solo chi lo sostiene, ma che è sicuramente conforme al punto di vista dei cittadini"
Tutto inizia da un'accusa di Raffaele Fitto nei confronti del presidente della Provincia di Lecce Giovanni pellegrino per presunto conflitto di interessi tra la carica di presidente della Provincia e lo studio di avvocatura dello stesso Pellegrino. Pellegrino si difende dall'accusa con una battuta al vetriolo: "Sì, nominiamo un giurì nelle veste di Silvio Berlusconi,lui sì che se ne intende".
Nella polemica entra anche l'exPresidente della Provincia Lorenzo Riadichiarando, se non ribadendo, la sua contrarietà a commistioni di ruoli pubblici e privati. Oggi sempre Ria scrive una lettera che riportiamo di seguito: "In materia di conflitto d'interessi mi sono limitato ad esprimere un punto di vista d'ordine generale che è l'imprinting di ogni uomo delle istituzioni e patrimonio universale di ogni nostro elettore.
L'escalation polemica nei mie confronti, e le forme politico – istituzionali con cui il presidente Giovanni Pellegrino ha sollecitato il sostegno della maggioranza alla sua posizione, rappresentano una forzatura ed un'uscita fuori dal tema.
Il tema è che su molte questioni – i rifiuti, le discariche, i parchi ambientali, le grandi strutture commerciali, ecc. – vi è il rischio permanente che le posizioni del presidente Pellegrino confliggano con quelle dell'avvocato Pellegrino o con quelle del suo studio associato.
Mi sono limitato ad esprimere un metodo, al quale io, personalmente, mi atterrei in situazioni analoghe. Nessuno è obbligato a condividere e praticare il mio metodo.
Mi è particolarmente dispiaciuto, nella nota che il presidente Pellegrino ha inviato ai consiglieri di maggioranza, il riferimento ad una mia presunta viltà per non aver espresso il mio punto di vista in sede consiliare.
Non viltà, ma responsabilità e rispetto della sede consiliare, irritualmente coinvolta in una polemica tutta politica, con un colpo di teatro, di fronte ad un consiglio relegato al ruolo di muto spettatore.
E poi, per regolamento consiliare, le comunicazioni del presidente non si commentano, ma si ascoltano e non danno luogo a dibattito.
Gli argomenti contundenti nei miei riguardi, che animano la nota che il presidente ha indirizzato ai consiglieri di maggioranza, non scalfiscono la fiducia che ho riposto e ripongo in lui, e non indeboliscono le mie più intime convinzioni in tema di conflitto d'interessi.
Le due posizioni in campo, mie e di Giovanni, sono chiare, come anche le conseguenze connesse ad una eventuale mancanza di sostegno della maggioranza alle posizioni del presidente Pellegrino.
Proprio per questo non ha alcun senso che io, come del resto farà il presidente Pellegrino, partecipi agli incontri della maggioranza eventualmente convocati per ribadire il sostegno al presidente".
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