Per effettuare la nuova demolizione sono stati collocati all'interno degli edifici, dalla General Smontaggi Spa, ditta incaricata dell'operazione, 350 chili di esplosivo circa 3,5 chilometri di miccia e quasi mille detonatori
Continua l'abbattimento dell'ecomostro di Bari, la saracinesca di Punta Perotti. Ieri si è consumata la seconda parte dell'esplosione e oggi l'ultima.
Il suono della sirena, una esplosione e si sono accartocciati su se stessi il fabbricato B e i due terzi del blocco A, dell'ecomostro di Punta Perotti. Alle 10.30 in punto i palazzi si sono frantumati in una nuvola di polvere. La prima parte della demolizione è stata eseguita il 2 aprile scorso.
Per effettuare la nuova demolizione sono stati collocati all'interno degli edifici, dalla General Smontaggi Spa, ditta incaricata dell'operazione, 350 chili di esplosivo circa 3,5 chilometri di miccia e quasi mille detonatori. La saracinesca di Bari si è accasciata su se stessa, internamente, in direzione della ferrovia per evitare che le macerie cadessero sulla sottostante strada che separa Punta Perotti dal mare.
Le macerie si sono riversate su quelle rimaste dalla prima esplosione del 2 aprile scorso. Alcune parti di fabbricato hanno però resistito dando alle macerie un aspetto ancora più drammatico. Molte persone hanno accompagnato con un applauso l'esplosione.
Centinaia i baresi che hanno affollato il lungomare della città stamane, ma meno del primo crollo del 2 aprile. Alcune decine, invece, le imbarcazioni che hanno sostato nello specchio d'acqua antistante l'area dell'abbattimento, in prossimità della spiaggia di Pane e Pomodoro dove le autorità e i giornalisti hanno assistito alla demolizione.
La nuvola di polvere si è diradata in pochi minuti in direzione della città. Il direttore dell'Arpa, l'agenzia regionale per l'ambiente, Giorgio Assennato assicura che non provocherà danni alla salute l'eventuale inalazione di polveri provocate dall'abbattimento.
Questa volta, contrariamente alla prima giornata, le sirene hanno avvisato dell'implosione le migliaia di cittadini presenti sul lungomare e la folla di giornalisti e operatori televisivi che si trovano a circa 300 metri. In tutto sono crollati 30 piani mentre domani ne cadranno altri 15.
L'implosione ha liberato quasi definitivamente l'orizzonte della città occluso dagli immobili confiscati dalla magistratura e assegnati al patrimonio del comune che ha provveduto all'abbattimento quale atto dovuto per legge, ha ribadito il sindaco Michele Emiliano che ha aggiunto: "Noi riteniamo di aver dato oggi un segnale in contraddizione con quell'idea di un Sud disperato e irredimibile che tanto serve a chi vuole sbilanciare l'equilibrio politico del Paese verso il Nord"
Domani alla stessa ora è previsto l'abbattimento del terzo modulo, mentre palazzo Quistelli, separato dal blocco principale, sarà abbattuto con un braccio meccanico alto 52 metri entro fine mese.