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Puglia, stop dalla Regione alla pillola del giorno dopo

Data: 21/03/2007 - Ora: 11:09
Categoria: Politica

La circolare che ha provocato in questi giorni di polemiche era stata emessa il 6 marzo scorso dal direttore sanitario della Ausl, Giuseppe Lonardelli

E' sospesa l'efficacia della circolare interna con la quale una quindicina di giorni fa era stata disposta la fornitura della "pillola del giorno dopo" ai consultori, agli ambulatori territoriali di ginecologia, ai servizi ospedalieri di ginecologia, ai servizi di pronto soccorso e ai presidi di guardia medica della Ausl di Bari. La nuova disposizione è stata data oggi dal direttore amministrativo, Luciano Lovecchio, dal direttore sanitario, Giuseppe Lonardelli e dal commissario straordinario della Asl Ba Lea Cosentino, dopo un telegramma giunto a questo riguardo dall' assessorato alle Politiche della Salute della Regione Puglia.
"Da notizie di stampa – è scritto nel telegramma della Regione – si è appreso che codesta azienda ha proceduto con circolare interna ad autorizzare l'erogazione con fondi del servizio sanitario regionale della specialità levonorgestrel (pillola del giorno dopo, ndr) registrata dalla Aifa in fascia C, a totale carico dell'assistito. Dovendo questo assessorato approfondire la problematica di elevata portata etico-scientifica nonchè di grande rilevanza sociale,- continua il telegramma della Regione – si invita a sospendere l'efficacia di tale disposizione e ad inviare copia della stessa allo scrivente".

La circolare che ha provocato in questi giorni di polemiche era stata emessa il 6 marzo scorso dal direttore sanitario della Ausl, Giuseppe Lonardelli che nel documento, sottolineando che la pillola di emergenza "non può essere considerata una forma di aborto", ha anche scritto: "Non è pensabile poter giustificare la mancata somministrazione con l'obiezione di coscienza essendo questa ultima riservata dalla legge 194/78 alle procedure direttamente legate all'intervento per la interruzione della gravidanza, come del resto ribadito dal dirigente del nostro servizio di medicina legale in un convegno tenutosi a settembre 2006". Un passaggio questo che ha scatenato le polemiche tra i medici obiettori di coscienza.

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