"Contrabbando su larga scala" di sigarette, armi, automobili di grossa cilindrata, ma anche traffico di droga, sempre seguendo la cosiddetta via balcanica: queste le principali attività della criminalità organizzata pugliese, secondo la relazione semestrale della Dia. I gruppi criminali pugliesi - afferma la Direzione investigativa antimafia - sono tra loro uniti in "alleanze opportunistiche ed estemporanee, tali da provocare frequenti spaccature in seno ai vecchi e nuovi gruppi malavitosi". Tuttavia hanno evidenziato "capacità di interagire con altre organizzazioni criminali", con cui hanno stretto una rete di contatti, anche al di fuori dai confini nazionali. In Puglia, inoltre, "i sodalizi criminali indigeni hanno fornito il necessario supporto logistico" a diverse organizzazioni straniere - albanesi, cinesi, tunisine - che sono ora radicate nella regione. Per quanto riguarda il contrabbando di sigarette, un tempo l’affare più redditizio della criminalità organizzata pugliese, oggi "attraversa uno stato di crisi e le risorse umane che vi erano prima impegnate si ritiene siano state per lo più convertite al traffico delle sostanze stupefacenti". Nonostante ciò, "la Puglia continua ad essere territorio di transito per i carichi di sigarette importati illegalmente", in prevalenza dal Montenegro.