"Gli assessori all’agricoltura delle Regioni e delle Province autonome, riuniti a Roma in occasione del Comitato permanente, hanno riscontrato l’adozione inusuale di un metodo fondato sulla fretta nella presentazione dei decreti legislativi di attuazione della delega prevista dalla legge statale 57/2001 per la modernizzazione del settore agricolo, forestale e della pesca". Lo ha dichiarato l’assessore pugliese all’agricoltura Nino Marmo, che coordina i responsabili delle politiche agricole regionali nell’ambito della Conferenza delle Regioni.

"Ci troviamo infatti di fronte ad una accelerazione dei tempi: il 5 marzo è stata varata la legge, il 6 aprile il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera in sede preliminare a tre decreti legislativi, trasmessi alle Regioni solo il 9 aprile. È evidente quindi il disagio, a causa dei tempi ristretti per l’esame di atti di tale rilevanza. In questo modo si è di fatto impedito alle Regioni un confronto reale con le categorie e una esatta valutazione della ricaduta di tali decreti sulla politica regionale e sul territorio". "A tutto ciò va aggiunto - sempre per Marmo - che non sono certamente questi i decreti legislativi che le Regioni si aspettavano per una efficace attuazione della delega prevista dalla legge. Mi pare, cioè, che si sia fatto poco e quel poco è stato anche partorito frettolosamente". "Le Regioni non hanno comunque rinunciato ad un ruolo propositivo, presentando emendamenti e manifestando al Ministero la propria disponibilità per un ulteriore necessario approfondimento. Tra le questioni aperte - ha sottolineato Marmo - rientra quella della creazione dei distretti agro-alimentari. U conto sono i distretti industriali, altra cosa invece l’idea di inopportune delimitazioni per un settore che vede ogni più piccolo e remoto angolo del nostro Paese caratterizzarsi come distretto agro-alimentare". "Sono state eluse, infine, questioni sostanziali - ha concluso il capofila degli assessori regionali all’agricoltura - non si interviene sul sistema fiscale generale, su quello previdenziale e sulle condizioni per rendere finalmente competitivo il sistema agricolo nazionale".