Né la famiglia né le coppie di fatto, né i single ricevono dignità e assumono valore grazie a una legge regionale, perché a tutti loro è la Costituzione che riconosce dignità, funzione sociale e centralità nella organizzazione delle nostre comunità.
Pubblichiamo di seguito un intervento dell'assessore Elena Gentile sulla legge approvata dal Consiglio regionale lo scorso 30 giugno:
"Sono sinceramente soddisfatta per l’avvenuta approvazione della legge regionale sulle politiche sociali e familiari per la dignità e il benessere delle donne e degli uomini di Puglia. Vorrei che fosse ricordata per tanti aspetti innovativi che da oggi entrano finalmente dalla porta principale a qualificare il sistema di welfare regionale. E per favore non chiamatela legge sulla famiglia.
Né la famiglia né le coppie di fatto, né i single ricevono dignità e assumono valore grazie a una legge regionale, perché a tutti loro è la Costituzione che riconosce dignità, funzione sociale e centralità nella organizzazione delle nostre comunità.
La nostra nuova legge regionale interviene ad offrire strumenti concreti per valorizzarne il loro ruolo. Oggi abbiamo sancito che uguali responsabilità genitoriali e uguali responsabilità di cura possono assumere coppie sposate e non sposate, così come uguali diritti hanno tutte loro nell’accesso agli interventi per il contrasto alle condizioni di povertà, agli interventi per la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, alle politiche abitative, ai servizi e agli interventi per la prima infanzia, oltre a tutti i servizi sociali che il sistema regionale deve garantire a tutti.
Oltre il matrimonio non c’è il deserto e oltre la famiglia di diritto non ci sono solo singole persone. Ci sono persone in carne ed ossa, con bisogni, desideri e aspirazioni uguali, che vivono e si esprimono in nuclei familiari di caratteristiche diverse ma ugualmente in grado di assumere progetti di vita. Dignità e diversità possono stare insieme e una Amministrazione Regionale, quella pugliese, da oggi diventa anche garante di questo impegno.
Sul piano operativo questa legge segna molti punti di rottura: ne richiamo pochi fondamentali.
Il nuovo rapporto tra enti locali e soggetti del terzo settore per la realizzazione e la gestione dei servizi, le nuove tipologie di servizi che trovano riconoscimento (mediazione familiare, nuovi servizi per la prima infanzia, servizi per gli immigrati, potenziamento della assistenza domiciliare, assegni di cura a sostegno dei carichi di cura per le fragilità), l’affermazione forte del principio di integrazione con le politiche sociosanitarie, di riqualificazione urbana, abitative, del lavoro e della formazione, le nuovissime politiche per il contrasto alle povertà che ci pongono all’avanguardia in Italia e che – caso unico in Italia - sono già finanziate con una prima dotazione di risorse regionali (15 Meuro) prima ancora della approvazione della legge.
Considero tutto questo solo un punto di partenza, perché adesso un forte impegno dovremo produrre per dare a tempi di record il regolamento attuativo, che i Comuni, i soggetti del terzo settore, gli operatori sociali, le organizzazioni sindacali e di categoria, i soggetti privati aspettano da troppo tempo e che è fortemente necessario. E insieme a questo, l’impegno, già condiviso con i Ministeri della Turco, della Bindi, della Pollastrini e di Ferrero, di reperire risorse aggiuntive nazionali e regionali per le nuove azioni sulle pari opportunità, l’immigrazione, le politiche di sostegno reale alla prima infanzia e alle nuove povertà, oltre che per la non autosufficienza.
Questa estate 2006 è destinata ad essere ancora molto feconda per il sistema di welfare pugliese: un sistema che da oggi – ne sono certa – sarà inclusivo, innovativo, umano".